Sono ancora troppi i punti oscuri sulla morte di Alessia e Giulia Pisanu, le due sorelle di 16 e 14 anni travolte e uccide da un treno alla stazione di Riccione. Le testimoniante di chi ha assistito alla tragedia non sono bastate agli inquirenti per ricostruire il motivo esatto del perché le due ragazze fossero sui binari. Dunque, restano ancora tanti i nodi da sciogliere nella vicenda che ha gettato nello sconforto la comunità di Castenaso e non solo.
Sorelle investite dal treno a Riccione, ancora troppi nodi da sciogliere
Dagli stivali che la più piccola si era tolta, ai cellulari non funzionanti, ai diversi secondi che le due avrebbero trascorso sui binari, nonostante le sirene di allarme del treno alta velocità che sopraggiungeva. Sono solo alcuni degli interrogativi sulla drammatica vicenda e che purtroppo forse resteranno per sempre senza soluzione.
I telefoni non funzionanti e la telefonata al padre di Giulia e Alessia
È stato proprio il papà a sentire per l’ultima volta Giulia e Alessia che lo hanno rassicurato al telefono pochi attimi prima della tragedia. Una telefonata partita dal telefono di un 24enne che le due ragazze avevano conosciuto la sera stessa nella discoteca di Riccione dove erano state e che ha dato loro un passaggio in stazione.
Le due sorelle sarebbero state oltre dieci secondi sui binari
Alcuni testimoni hanno riferito che le due ragazze erano scese sui binari ma erano quasi ferme quando è sopraggiunto il treno che ha lampeggiato coi fari e suonato per diversi secondi. La scena sarebbe durata almeno dieci secondi. Alcuni hanno raccontato che Alessia si era tolta gli stivali poco prima di scendere sui binari ma avrebbe seguito la sorella, forse per avvertirla del pericolo ma nessuna delle due è riuscita ad evitare l’impatto col treno. Qualcuno le ha descritte che guardavano il convoglio come bloccate, altri che si sono girate.
Il dolore della mamma e dei docenti
La mamma di Giulia e Alessia Pisanu, le due sorelle investite dal treno a Riccione non si dà pace. “Tante domande, tanti perché rimarranno senza risposta. Erano due ragazze molto responsabili, non me lo spiego”.
A ricordare la più piccola delle sorelle, Alessia, sono stati anche i docenti e i compagni di classe del liceo artistico Arcangeli di Bologna che, su Facebook, hanno pubblicato un post accompagnato da due disegni fatti dalla ragazza: narcisi gialli e il fiore di una magnolia. “Ti ricordiamo nei tuoi disegni – si legge – in particolare la magnolia, un bel fiore che doveva ancora sbocciare come sei stata tu. Ti vogliamo bene”.
Lo sfogo del papà
Qualche minuto prima della tragedia il genitore aveva anche ricevuto una telefonata da parte delle figlie: dicevano che stavano per tornare a casa. “Erano la mia vita, lavoravo per loro”, la frase che Vittorio continua a ripetere in queste ore, riferiscono i quotidiani locali. Pochi minuti dell’arrivo del convoglio Alta Velocità, le due ragazze avrebbero tranquillizzato il genitore rispondendo che stavano tornando a casa. Il padre in quel momento era a Madonna di Castenaso nel Bolognese e di lì a poco avrebbe riabbracciato le sue amate figlie, salvo poi scoprire la tragica notizia.