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Richard Gere e lo scontro con Matteo Salvini sui migranti: “Stupisce trovare l’estrema destra nell’Italia cristiana”

Richard Gere scontro Matteo Salvini migranti
Richard Gere scontro Matteo Salvini migranti
Richard Gere scontro Matteo Salvini migranti

Richard Gere, in un’intervista esclusiva rilasciata a Vanity Fair, ha parlato di attivismo e ha ricordato lo scontro avuto con Matteo Salvini nel caso Open Arms. Non tutti sapranno, ma l’attivismo e le battaglie in difesa delle persone più fragili sono interessi che condivide con la moglie Alejandra Silva.

Richard Gere e lo scontro con Matteo Salvini sui migranti

Nel corso di un’intervista rilasciata all’edizione italiana di Vanity Fair, Richard Gere ha spiegato che ormai quando pensa a Hollywood ha una sensazione ben precisa: “Qualcosa che mi è estraneo“. Non vive più in California da tantissimi anni e nel lavoro predilige “produzioni molto indipendenti“. La sua vita è sempre di più rivolta al sociale e meno al mondo del cinema. Tra i tanti progetti che cura, anche la collaborazione con un’associazione che si occupa di persone senza fissa dimora.

Nella sua chiacchierata ai microfoni del periodico, l’attore ha ricordato anche del suo scontro con Matteo Salvini riguardante il caso Open Arms del 2019. 147 migranti furono trattenuti a bordo di una nave al largo delle coste di Lampedusa. La vicenda fece in modo che Richard Gere salì a bordo per accendere i riflettori su quanto stava accadendo:

Come ho vissuto la posizione di Salvini in quel momento? Per me è molto difficile capire un movimento di estrema destra conservatrice, soprattutto in un Paese che è prettamente cristiano. In quelle ore non smettevo di chiedermi cos’avrebbe fatto Cristo in una situazione del genere, e il fatto è che Cristo accoglieva tutti come figli di Dio, tutti. Non avrebbe detto: “Salvate solo le persone bianche, quelle italiane o quelle cristiane”. Mi sembra abbastanza ridicolo.

L’attore ha poi continuato: “Sono stato sui barconi e ho incontrato personalmente molti rifugiati e migranti; ho avuto modo di ascoltare le loro storie e penso sia molto difficile non vedere in loro esseri umani uguali a noi. Chiederei, e spererei, che chi ha responsabilità di governo passasse un po’ di tempo con loro, capisse la situazione e non li demonizzasse“. Successivamente ha rimarcato come lo stesso problema esista anche negli Stati Uniti “con persone squilibrate come Trump che sembrano odiare tutti quelli che non sono bianchi e allineati culturalmente con lui, ma non è così che funziona il mondo“.

L’attenzione per il prossimo ispirata dal buddismo

L’attenzione che Richard Gere nutre per il prossimo è anche ispirata agli insegnamenti che trae dal buddismo. In particolare, la necessità di sradicare la convinzione che siano importanti solo le persone che sono vicine a noi, mentre nutriamo indifferenza per chi è lontano: “Un’assurdità. È una distorsione pericolosa che subiamo, perché, inoltre, l’uguaglianza dovrebbe equipararci anche agli animali e agli spiriti invisibili. Siamo tutti uguali nel nostro desiderio di felicità“. Dunque, dovremmo prenderci cura l’uno dell’altro.

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