Cos’è la riforma del catasto, come funziona, quando entra in vigore e cosa prevede? I nuovi dati sugli immobili dovranno essere disponibili dal 1 gennaio 2026 e comunque “non” serviranno a determinare la base imponibile dei tributi “la cui applicazione si fonda sulle risultanze catastali”. È quanto si legge nella bozza della delega sulla riforma fiscale approvata dal Consiglio dei Ministri.
Nella bozza, si legge all’articolo 7 che punta ad una “modernizzazione degli strumenti di mappatura degli immobili e revisione del catasto”. Tra gli interventi previsti, “una modifica della disciplina relativa al sistema di rilevazione catastale al fine di modernizzare gli strumenti di individuazione e di controllo delle consistenze dei terreni e dei fabbricati”.
Riforma catasto 2021 su prima e seconda casa: quando entra in vigore e cosa prevede
In sintesi, a ciascuna unità immobiliare, oltre alla rendita catastale così come avviene ora, bisognerà attribuire anche “il relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato”. In questo senso, andranno anche previsti meccanismi di “adeguamento periodico” in relazione alle mutazioni delle condizioni del mercato immobiliare.
Più in generale, la bozza indica la necessità di individuare “strumenti, da porre a disposizione dei comuni e dell’Agenzia delle entrate, atti a facilitare e ad accelerare l’individuazione e, eventualmente, il corretto classamento delle seguenti fattispecie:
- gli immobili attualmente non censiti o che non rispettano la reale consistenza di fatto, la relativa destinazione d’uso ovvero la categoria catastale attribuita;
- i terreni edificabili accatastati come agricoli; gli immobili abusivi, individuando a tal fine specifici incentivi e forme di trasparenza e valorizzazione delle attività di accertamento svolte dai comuni in quest’ambito;
- prevedere strumenti e moduli organizzativi che facilitino la condivisione dei dati e dei documenti, in via telematica, tra l’Agenzia delle entrate e i competenti uffici dei comuni nonché la loro coerenza ai fini dell’accatastamento delle unità immobiliari.
Cos’è la riforma del catasto e in cosa consiste
La riforma del catasto prevede l’introduzione di modifiche normative e operative dirette ad assicurare l’emersione di immobili e terreni non accatastati. Oltre alla rendita catastale inoltre è prevista per ciascuna unità immobiliare di rilevare il relativo valore patrimoniale, in base, ove possibile, ai valori normali espressi dal mercato e introducendo meccanismi di adeguamento periodico. Questo senza che ci sia una modifica nel gettito tributario, ovvero maggiori tasse per i cittadini.
Le nuove informazioni non saranno rese disponibili prima del 1° gennaio 2026 e intendono fornire una fotografia aggiornata della situazione catastale italiana. Gli estimi catastali, le rendite e i valori patrimoniali per la determinazione delle imposte rimangono quelli attuali. Le nuove informazioni raccolte non avranno pertanto alcuna valenza nella determinazione né delle imposte né dei redditi rilevanti per le prestazioni sociali.
Riforma del catasto, le parole di Draghi
Nella conferenza stampa che si è tenuta dopo il CDM Draghi ha parlato della riforma del catasto, inparticolare di “riformulazione del catasto per quello che oggi non è accatastato” sottolineando che “con delega riformulazione catasto nessuno paga di più o di meno”.
“Si può avere la sensazione che questa sua l’ultima parola sul fisco ma per fortuna o purtroppo il processo non è così semplice, prenderà molti anni“. Sulla riforma del catasto, ha continuato, ci sono due decisioni completamente diverse: “la prima è costruire una base di informazioni adeguata, la seconda è decidere se cambiare le tasse e questa decisione oggi non la abbiamo fatta. Ci vorranno 5 anni”. “Ci sono accertamenti in questo periodo e solo nel 2026 se ne riparlerà”.
Nessuna patrimoniale sulla casa
Mario Draghi ha risposto alle parole di Matteo Salvini che ha disertato il Cdm perché secondo lui la riforma del catasto porterebbe a una “patrimoniale sulla casa”. Draghi ha poi spiegato che con la revisione della rendita catastale è stata fatta “un’operazione di trasparenza per riequilibrare il carico fiscale. Ci sono tante persone che pagano troppo e tante che pagano meno di quello dovuto”