Riforma Sanitaria e Pnrr: le proposte
Le proposte del presidente di Confcooperative Sanità, Giuseppe Milanese, sono le stesse di sempre: “una regia nazionale unica, che superi le impasse originate dal Titolo V, costituendo un modello di continuità assistenziale incentrato sulla casa“. E adesso, dopo la pandemia e con sulla spinta dei fondi europei potrebbe essere “il momento storico più adatto” per concretizzarle. In questo senso il piano di ripresa e resilienza (Pnrr) potrebbe “servire da volano” e creare nuovi posti di lavoro. Garantire 240 ore di assistenza all’anno ad un milione di anziani vorrebbe dire occupare 112mila operatori specializzati.
Speranza: “obiettivo battere Germani e Svezia”
Il ministro Speranza fissa un obiettivo ambizioso “diventare il primo paese in Europa per assistenza domiciliare“. I campioni da battere sono Germania e Svezia con circa il 9% di over 65 assistiti a casa, l’Italia ha superato la media Ocse del 6% solo con il decreto rilancio (prima della pandemia era al 4%). “Noi vogliamo superare il 10% e credo che dobbiamo farlo con un grande investimento pubblico e anche con una capacità di costruire relazioni con tutti i mondi, con tutte le persone che a ogni livello si impegnano in questa direzione“, dice il ministro.
La ministra per le Disabilità, Erika Stefani, sottolinea che, in un contesto di servizi sempre più territoriali, capillari e diffusi, “un’attenzione puntuale” deve essere data ai portatori di handicap. “Lavoriamo – spiega la ministra – per rendere effettivo il progetto di vita individuale, dove la persona deve diventare protagonista e i servizi devono essere ritagliati come un abito sartoriale“.
Riforma Sanità “Pnrr occasione unica per correggere ricostruire e ripartire”
Tanti gli interventi di parlamentari, a partire dalla vicepresidente del Senato, Paola Taverna, che vede nel Pnrr “un’occasione unica per correggere, ricostruire e ripartire, immaginando nuove soluzioni in campo sanitario e socioassistenziale, dopo decenni di scellerata gestione della sanità e delle risorse pubbliche“.
Il passaggio è “storico”, secondo monsignor Paglia, ma rischiamo di mancarlo se il Pnrr non prevedrà il “continuum assistenziale“, che prevede l’intero spettro dei servizi necessari agli over 65 in ambito domiciliare, semiresidenziale e residenziale. “Non mi sembra che sia passato“, osserva l’arcivescovo, ma è “il cuore della riforma“.