Cronaca

“Scusa Benito” prima di servire clienti neri al ristorante: scatta la denuncia

Rimini, stava prendendo le ordinazioni nel ristorante dove lavora da una famiglia di origini senegalesi, riunita per festeggiare con una pizza il compleanno di una bimba. Ma allontanandosi dal tavolo, il cameriere si sarebbe rivolto a un quadro di Benito Mussolini alla parete, avrebbe fatto il saluto romano e detto “Scusa Benito”, perché stava servendo persone di colore. La titolare della pizzeria però assicura: “Qui non c’è nessun quadro del duce”.

Rimini, cameriere serve una famiglia di colore e si scusa con il quadro di Mussolini

All’udire le “scuse” rivolte a Benito, i 13 commensali hanno prima reagito con indignazione e poi denunciato l’accaduto alle forze dell’ordine. Ma dopo le polemiche e le accuse contro il suo locale, la titolare del ristorante, Nunzia, è intervenuta per dire che in quella pizzeria non c’è nessun quadro di Mussolini.

La titolare

Ha raccontato di aver ricevuto molte telefonate con insulti e accuse, “bastardi, dovete chiudere”, e poi ha spiegato: “E’ tutto un grande equivoco per una cassa di vino di Predappio, con la cartina geografica e la faccia di Mussolini“. E sulla denuncia: “Non mi hanno ancora contattato. Ma quando verranno dirò di prendere i video delle telecamere di sorveglianza, così si capisce che non è stato detto nulla di male”.

Il racconto dei senegalesi

Non sembra sia andata così però dal racconto dei senegalesi, che inizialmente hanno protestato con il cameriere, dando vita a una discussione finita sui social, e poi sono andati dai carabinieri di Imola a denunciare l’episodio di razzismo.

A segnalare l’accaduto sono state Adjisam e Fatou Fall Mbengue, sorelle, sui loro profili Facebbok, dove hanno postato il video girato nel ristorante. Nel locale erano entrate con le famiglie per passare una serata di festa insieme: una quindicina di persone riunite per il compleanno della più piccola della compagnia. Nel loro racconto, hanno segnalato che il cameriere, allontanandosi dal tavolo, avrebbe anche farfugliato “‘sti negri”.

“Degradante servire persone nere”

Davanti a questo comportamento le famiglie sono rimaste allibite. E al ritorno in sala dell’uomo una delle due sorelle, Fatou, gli ha chiesto se avesse sentito bene. E lui, riferisce la donna su Facebook, “ha confermato… da lì la rabbia e l’umiliazione, davanti ai miei nipoti e ai miei figli quest’uomo ha deciso di rimarcare il fatto che servire dei neri fosse una cosa degradante per il suo ristorante”.

La versione della titolare

Completamente diversa la versione data dalla titolare del locale, che racconta così quello che sarebbe successo domenica sera. “Secondo me è stato tutto un malinteso per la scatola di vino che è lì da anni. Sa, quelle scatole di cartone che hanno sopra la cartina di Predappio e la faccia di Mussolini. L’avevamo appoggiata davanti ad una finestra che non chiude bene. Insomma per tappare un buco, ma adesso l’abbiamo tolta. Secondo noi ce l’ha regalata un cliente, non so da quanto tempo fosse lì”.

Continua la titolare

Siamo apolitici, chi fa questo mestiere non può essere razzista, figuriamoci abbiamo anche il menù in arabo noi. Mi dispiace perché ricordo quella famiglia: era molto bella, ben vestita e ho anche preparato la torta per la bambina. Non capisco, quando hanno finito di cenare mi sono sembrati contenti. L’altro giorno però ho dovuto chiudere il telefono in un cassetto: sono arrivate almeno 15 telefonate di insulti brutti contro di noi, Sono sicura che il cameriere non ha detto nulla di razzista”.


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