La pandemia da nuovo Coronavirus ha certamente gettato tutti in un ciclo temporale negativo da ogni versante, ma i produttori di elettronica hanno sofferto da subito soprattutto a causa delle interruzioni della catena di approvvigionamento e della carenza di componenti.
Considerando che il tutto è partito proprio dalla Cina, principale player mondiale di questo settore industriale, il mondo intero sta facendo i conti con la mancanza di componenti elettroniche asiatiche già dall’immediato periodo prima dello scoppio ufficiale della pandemia. Ad oggi il rischio di scorte insufficienti è altissimo, per l’aumento di domanda in ambito medicale o strumenti di riconoscimento come la carta d’identità elettronica.
Catene di fornitura in crisi di elettronica
La pandemia ha costretto alla chiusura di molti canali di approvvigionamento di materie prime e componenti elettronici sfusi, lasciando i produttori con i semilavorati in sospeso e le proprie capacità produttive non utilizzate. Gran parte della componentistica proviene dalle catene di fornitura localizzate in Asia e, poiché la Cina è stata il punto zero per il coronavirus, le carenze hanno iniziato a colpire i produttori degli altri continenti già prima che gli stock arrivassero nei rispettivi Paesi.
Un’invenzione vecchia di sei decenni, l’umile chip, è passata da essere parte integrante di potenti computer a componente cruciale in auto e nelle cucine. Come rilevato dalla redazione di SterneFood: “Un serio problema per la Germania, terzo produttore mondiale di elettrodomestici con una quota di mercato del 30% per i soli piccoli elettrodomestici (mixer, frullatori ecc…), che ha visto prevalere la domanda di apparecchi da cucina per home food (quasi raddoppiata) con la maggiore permanenza in casa e l’uso di robot e forni elettrici. La crescita globale stimata è del 3% entro il 2026 e Germania leader per elettrodomestici smart”.
La carenza di componenti elettronici ha rappresentato un ostacolo in un mercato in forte espansione dell’elettronica per tutto il 2018, 2019 e fino al 2020. Sebbene i nuovi ordini arrivino e la produzione rimanga stabile, semplicemente non ci sono stati abbastanza condensatori, resistori e altre parti.
L’esplosione della domanda, inaspettatamente scoppiata durante l’era Covid-19 per alcuni settori come smartphone e PC, ha causato uno shock dell’offerta a breve termine innescando una carenza globale senza precedenti generando un effetto collo di bottiglia nelle catene di fornitura.
Come affrontare il problema
Visto che la domanda di elettronica è destinata ad aumentare (basti pensare agli obiettivi di diffusione dei veicoli elettrici e apparecchi per la sanificazione), i grandi produttori si sono già mossi in due direzioni principali.
Da un lato hanno aumentato lo stoccaggio di componenti per anticipare le necessità in fase di produzione, mentre dall’altro lato i grandi colossi industriali hanno accorciato la filiera andando ad acquisire nel proprio gruppo i singoli produttori di componenti e talvolta le società che gestiscono le riserve minerarie da cui vengono estratti metalli e terre rare indispensabili alla conduzione elettrica.