La situazione nel carcere romano di Regina Coeli continua a essere critica, con un sovraffollamento di oltre 600 detenuti e una carenza di agenti della polizia penitenziaria che si avvicina a 150 unità. Questa sera, è scoppiata una rivolta nell’VIII sezione, in cui alcuni detenuti hanno fatto esplodere bombolette di gas da campeggio utilizzate per cucinare, causando incendi in diverse celle, visibili anche dalla strada. I residenti di Trastevere, nei pressi del complesso carcerario, hanno espresso preoccupazione. Sul posto sono intervenute le forze dell’ordine e i vigili del fuoco.
Rivolta nel carcere di Regine Coeli, incendi in diverse celle
Secondo la Fns Cisl Lazio, la situazione è allarmante: attualmente ci sono 1.160 detenuti a fronte di 628 posti disponibili, mentre il personale di polizia penitenziaria conta solo 331 agenti, ben al di sotto dei 480 previsti. La mancanza di personale, accentuata dalle assenze per infortuni legati a eventi critici, rende la gestione del carcere sempre più precaria, ha dichiarato il segretario generale Massimo Costantino.
Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, ha sottolineato che Regina Coeli è uno dei penitenziari più sovraffollati d’Italia, con un surplus di detenuti del 184%. Solo 350 agenti sono in servizio, mentre ne servirebbero 709, e di notte il numero di agenti scende a meno di 20. A livello nazionale, oltre 15.000 detenuti superano i posti disponibili, e ci sono 18.000 unità di polizia penitenziaria mancanti. Le strutture sono inadeguate e l’assistenza sanitaria e psichiatrica è carente, esponendo detenuti e operatori a continui rischi, con oltre 2.700 aggressioni registrate nell’ultimo anno.
I disordini
Circa 100 detenuti hanno partecipato ai disordini in una sezione fino a quel momento tranquilla, mentre la VII sezione è stata teatro di recenti suicidi, compreso quello di un recluso nei giorni scorsi, il terzo nel 2024 a Regina Coeli, parte di un totale di 76 suicidi in tutta Italia. De Fazio ha evidenziato l’urgenza di misure per garantire condizioni di vivibilità, operatività e sicurezza nelle prigioni, sottolineando che è necessario un approccio che vada oltre la repressione, puntando sulla prevenzione.