L’ospedale di comunità di Roccadaspide è ancora chiuso dopo l’inaugurazione avvenuta sei mesi fa: la denunciate l’accaduto e il Nursind Salerno. “Non possiamo tollerare che il personale destinato all’ospedale di comunità venga ‘parcheggiato’ temporaneamente in altre strutture senza un piano chiaro, soprattutto quando la situazione nei reparti ospedalieri dell’Asl è al limite”, ha dichiarato Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno.
L’ospedale di comunità di Roccadaspide ancora chiuso dopo l’inaugurazione di sei mesi fa
Il Nursind Salerno si fa portavoce delle preoccupazioni legate all’ospedale di comunità di Roccadaspide, struttura inaugurata sei mesi fa ma non ancora operativa. Mentre il personale sanitario e amministrativo assegnato alla struttura resta in attesa di incarichi effettivi, molti reparti ospedalieri dell’Asl Salerno continuano a soffrire gravi carenze di personale, con conseguenti disagi operativi.
“Non possiamo tollerare che il personale destinato all’ospedale di comunità venga “parcheggiato” temporaneamente in altre strutture senza un piano chiaro, soprattutto quando la situazione nei reparti ospedalieri dell’Asl è al limite”, ha dichiarato Biagio Tomasco, segretario generale del Nursind Salerno. “Siamo di fronte a una gestione del personale che, anziché alleggerire i reparti in sofferenza, spreca risorse già disponibili”.
Secondo il Nursind, la mancata operatività dell’ospedale di comunità potrebbe essere dovuta all’assenza di un accordo con i medici di medicina generale, un ostacolo che andrebbe chiarito. “È inaccettabile che, a distanza di mesi dall’inaugurazione, non si abbia ancora un quadro preciso sui motivi che impediscono l’apertura della struttura”, ha proseguito Tomasco.
Anche Giovanni Aspromonte, coordinatore dell’Asl Salerno per il Nursind provinciale, ha sottolineato l’importanza di un immediato chiarimento da parte della direzione sanitaria e amministrativa: “Chiediamo trasparenza sui motivi del ritardo e, soprattutto, che il personale attualmente in attesa venga temporaneamente ridistribuito nei reparti ospedalieri che ne hanno bisogno. Sarebbe una scelta logica e responsabile per affrontare le gravi carenze di organico che affliggono l’intera provincia”.