Un’infermiera del policlinico Umberto I di Roma, è stata aggredita nella serata di lunedì, 20 febbraio, da una coppia nel parcheggio del pronto soccorso. Il figlio degli aggressori è ricoverato da giorni del reparto pediatrico dell’ospedale, dove la vittima presta servizio.
Infermiera aggredita al policlinico Umberto I di Roma
La lite si è accesa per un parcheggio intorno alle 19 di lunedì, 20 febbraio. Quando la vittima dell’aggressione ha chiarito di essere un’infermiera di pediatria e che si stava recando in reparto, la coppia ha riversato su di lei tutta la loro ira. Tra gli insulti che le hanno rivolto anche: «Siete medici incompetenti, trascurate nostro figlio che da giorni è ricoverato da voi».
La coppia di genitori dalle parole è passata ai fatti con spinte e calci. L’infermiera è stata così soccorsa da alcuni colleghi che l’hanno aiutata a raggiungere l’ingresso del reparto di Pediatria. Una volta all’interno, è stata medicata: ha riportato ferite giudicate guaribili in sette giorni.
La paura dell’infermiera aggredita
«È stato terribile, credevo che la questione fosse risolta, invece mi hanno aggredita anche fisicamente» ha raccontato la donna ai suoi colleghi in evidente stato di choc. Mentre la donna veniva medicata, la coppia ha chiamato anche gli altri parenti del bimbo ricoverato, che sono arrivati nel piazzale dell’ospedale.
«Per alcuni minuti, nessuno dei medici è uscito dalla palazzina di Pediatria perché temevamo il peggio» raccontano i dottori. I vigilanti dell’ospedale e gli agenti del presidio hanno riportato la situazione alla normalità in pochi minuti, invitando la famiglia ad allontanarsi.
Problemi di sicurezza al policlinico
«Il nodo sulla sicurezza è ancora da sciogliere in alcune grandi strutture come appunto quella del policlinico Umberto I perché il presidio è antistante il pronto soccorso ma distante da quello pediatrico» spiega Stefano Barone, dirigente Nursind (Sindacato delle Professioni Infermieristiche): «Nella prima fase dell’aggressione – spiega Barone – gli agenti sono stati allertati ma hanno impiegato del tempo per intervenire perché si trovavano all’ingresso del pronto soccorso ordinario. In una struttura così ampia è necessario invece prevedere anche un secondo presidio per la sicurezza di medici e infermieri per consentire interventi tempestivi».