Cronaca

Fratellini torturati con acqua bollente e morsi dai topi, salvati da due poliziotti a Roma: la madre condannata a dieci anni di carcere

maltrattamento aggravato figli madre condannata
I piccoli Pietro e Paolo
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È stata condannata a dieci anni di carcere Jessika Ahmetovic, la madre 26enne accusata di maltrattamento aggravato nei confronti dei due figli piccoli. I due fratellini vennero trovati lo scorso anno dalla polizia in strada a Roma. I piccoli erano denutriti e con il corpicino pieno di lividi e cicatrici. La donna venne arrestata mentre stava per scappare in Francia, il compagno è ancora latitante. Il padre biologico dei bambini non viveva con loro, ma in Francia insieme ad altri due figli.


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Il pubblico ministero aveva chiesto sette anni di reclusione per Jessika Ahmetovic. Mentre i giudici della Corte d’Assise di Roma hanno condannato la donna a dieci anni di carcere. Gli abusi nei confronti dei due bambini si sono consumati in un casolare ad Aprilia dove la donna viveva con il compagno. Quest’ultimo, ritenuto anche lui colpevole dei maltrattamenti, è riuscito a rendersi latitante e a fuggire. La donna è stata tratta in arresto mentre tentava di scappare in Francia.

I due bambini vennero soccorsi l’anno scorso da due poliziotti che li hanno trovati a vagare in strada. I piccoli sono stati poi allontanati dalla famiglia di origine e giudicati adottabili dopo un lungo periodo di ricovero in ospedale. Il padre biologico dei bambini non viveva con loro, ma in Francia insieme ad altri due figli.

La storia dei piccoli Pietro e Paolo

La storia dei due bambini – chiamati Pietro e Paolo – è stata raccontata direttamente dall’Umberto I di Roma dove i due piccoli sono stati accuditi e curati sia fisicamente che psicologicamente. Era il 10 maggio del 2023 quando due agenti di polizia li avevano trovati soli ed abbandonati in una zona fuori dal raccordo anulare, sui loro corpi segni di denutrizione, sporcizia ed ematomi.

I poliziotti li portano al pronto soccorso dell’Umberto I. “Non vogliamo tornare dalla mamma, abbiamo fame, vogliamo il gelato”, dicono ai medici che li prendono in carico. Da subito è chiaro che i fratellini siano vittime di gravi maltrattamenti.

I piccolo vengono chiamati Pietro e Paolo e immediatamente ricoverati nel reparto di terapia intensiva pediatrica. I bambini saranno poi visitati, entrambi hanno gravi problemi alimentari e la malnutrizione era molto grave. In seguito ad alcuni esami emerge che i piccolo avevano mangiato terra per sopperire la fame.

Dalle successive indagini è emerso che i fratellini venivano lasciati da soli nel casolare ad Aprilia senza cibo ne acqua. Inoltre, venivano picchiati con bastoni e cavi elettrici e ustionati con l’acqua bollente.

Il percorso di rinascita all’Umberto I

“Il piccolo Pietro, nonostante avesse 4 anni, all’arrivo in pronto soccorso non era in grado neppure di camminare. – spiegarono all’epoca dei fatti dall’ospedale – Col tempo e con l’aiuto di fisioterapisti ha imparato a farlo, ad andare sul monopattino e anche a ballare. Il loro percorso di rinascita è stato illuminato dalla generosità dei volontari dell’associazione Arvas, dai tanti regali che hanno ricevuto e dall’enorme affetto di tutti i professionisti sanitari che si sono occupati di loro. Un affetto sterminato, dimostrato ogni giorno da infermieri, medici ed operatori del policlinico che si sono prodigati per far tornare un barlume di serenità e speranza negli occhi dei due piccoli”.

Grazie alla collaborazione tra servizi sociali, polizia e istituzioni, è stata revocata ai genitori la patria potestà. I due fratellini sono stati trasferiti in una casa famiglia. Il primo a trasferirsi è stato Paolo, il 6 luglio, mentre il piccolo Pietro è stato sottoposto a un delicato intervento in Neurochirurgia Pediatrica per ridurre delle raccolte ematiche, causate dalle percosse subite negli anni, che pressavano sul suo cervello e ne compromettevano la vista e altre funzioni.

 

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