Cronaca

Omicidio Michelle Causo, il killer fornisce la sua versione dei fatti ma non convince

Una presunta legittima difesa a sentire il 17enne, accusato di essere il killer di Michelle Causo, che ha fornito una sua versione dei fatti. Secondo il racconto del giovane: “Avrei dovuto restituirle 35 euro – così ha parlato al magistrato – ma le avevo chiesto uno sconto perché 20 euro mi servivano per portare a cena la mia ex, Gaia. Lei però si è alzata dal divano e mi ha puntato una pistola al volto. Pensavo l’avesse modificata, così l’ho aggredita”. Una versione che però non convince molto il giudice.

Omicidio Michelle Causo, killer fornisce la sua versione dei fatti

Il 17enne davanti al giudice ha parlato di quello che è avvenuto il 28 giugno nell’appartamento di Primavalle, quartiere ovest di Roma. Dopo averla uccisa, il 17enne avrebbe lasciato il cadavere vicino ad un cassonetto dei rifiuti: “Avrei dovuto restituirle 35 euro ma le avevo chiesto uno sconto perché 20 euro mi servivano per portare a cena la mia ex, Gaia. Lei però si è alzata dal divano e mi ha puntato una pistola al volto. Pensavo l’avesse modificata e che avesse un colpo in canna, così l’ho aggredita”.

Queste le parole dette durante dell’interrogatorio di convalida del fermo durato quattro ore ma che non hanno convinto il giudice.

L’interrogatorio di convalida

Al magistrato, che ha disatteso questa circostanza ricordando che la pistola fosse sua e già presente nei video da lui pubblicati sui social, ha poi obiettato che la stessa arma giocattolo gliel’aveva in realtà prestata la ragazza per le storie, salvo presentarsi con quella nell’appartamento in via Dusmet nel tentativo di intimorirlo e riavere i soldi prestati. Solo che Michelle, in casa del ragazzo, si era presentata senza nemmeno la borsa, a mani nude e con le chiavi di casa al collo. “La pistola – ha raccontato il rapper cingalese – la nascondeva negli slip”.

La ricostruzione, con tante contraddizioni, non ha convinto ed ora è stato portato in carcere. Resta da accertare il motivo per il quale il 17enne avrebbe detto che quel giorno in casa sua sarebbe dovuto andare anche un amico in comune con la vittima, che però, sentito dai poliziotti, avrebbe smentito di esser stato invitato.

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