Sparano alla prof in classe con una pistola ad aria compressa. Il motivo? Per avere più visualizzazioni sui social come Instagram e Tik Tok. I fatti risalgono allo scorso autunno. Maria Luisa Finatti è professoressa di Scienze e Biologia all’Itis Marchesini di Rovigo: è comparsa, suo malgrado, in un video fatto dai suoi studenti, la riprendevano mentre alcuni compagni le sparavano a lezione con una pistola ad aria compressa. La docente ha denunciato tutti i 24 studenti presenti (una prima delle superiori) per i reati di lesioni personali, oltraggio e pubblico ufficiale, diffamazione a mezzo social e atti persecutori.
Rovigo, studenti sparano alla prof con una pistola ad aria compressa: il video finisce su Tik Tok
La vicenda aveva destato grosso scalpore, e cinquanta sindaci del Polesine avevano inviato una lettera aperta ai dirigenti scolastici, insegnanti, operatori del mondo scolastico, studenti e famiglie. “Colpisce in modo profondo – scrivevamo i sindaci – anche noi amministratori locali, impegnati nel propugnare valori di rispetto, tolleranza e reciproco riconoscimento, che risultano disattesi da comportamenti così intollerabili.
La scuola è una delle chiavi del presente e del futuro di questo paese e in quanto ‘Istituzione’ non è accettabile che venga messa alla gogna per episodi che di goliardico non hanno nulla, ma che sconfinano in reati punibili dalla legge. Il fatto che una docente venga colpita, nell’esercizio del suo lavoro, da colpi di pistola ad aria compressa, ci obbliga a interrogarci su diverse questioni: perché chi lavora per formare e costruire coscienze e intelligenze viene denigrato, umiliato a tal punto? Perché queste degenerazioni non possono essere prevenute? Quali meccanismi scattano, per cui figure istituzionali così importanti in una società vengono vilipese?
Nel portare la nostra solidarietà alla docente ferita, così come nel ribadire un grande rispetto per i dirigenti, gli insegnanti e gli operatori del mondo della scuola, chiediamo allora ai ragazzi e alle loro famiglie una profonda riflessione”.
Il racconto
“Hanno avuto il coraggio di spararmi per ben due volte, una all’inizio della lezione e poi anche alla fine. Quattro o cinque pallini, mi hanno colpito allo zigomo – dice a Repubblica -. Non mi sono resa conto subito della situazione. Alcuni di loro avevano organizzato tutto: uno ha portato la pistola, uno ha sparato, altri hanno filmato con i telefonini. E tutto per cosa? Per guadagnare follower su Instagram e TikTok. Sono uscita dall’aula piangendo”. Ha raccontato la docente.
La denuncia
La professoressa è rimasta a casa per giorni, con notti insonni e uno stato d’ansia più che comprensibile. La decisione di denunciare ha un motivo preciso: “Così spero non succeda più a nessuno. I genitori dovrebbero essere nostri alleati, invece sono totalmente schierati con i figli”.