Ruggero Orlando, stato un giornalista e politico italiano ricordato per il saluto con cui introduceva le proprie corrispondenze da inviato speciale della RAI: “Qui Nuova York, vi parla Ruggero Orlando“.
Nel corso della sua carriera è stato protagonista, insieme a Tito Stagno, dello sbarco dell’uomo sulla luna, chi ha vissuto davanti alla tv quel momento, infatti, non ricordare Tito Stagno e Ruggero Orlando. Durante la diretta dell’allunaggio il 20 luglio 1969 Orlando si trovava nel Centro spaziale della NASA a Houston, in Texas.
Ruggero Orlando e lo sbarco sulla luna
Nato a Verona il 5 luglio del 1907 ma originario di Caronia (nel messinese), Ruggero Orlando è stato da giornalista uno dei volti storici della televisione italiana e, per una brevissima parentesi, deputato al Parlamento.
All’entrata in guerra dell’Italia rifiutò di rientrare in Patria e rimase in Inghilterra, dove, durante il periodo della seconda guerra mondiale, fu annunciatore dai microfoni di Radio Italia, meglio conosciuta come Radio Londra. Fu poi il primo corrispondente della RAI da New York, dove rimase dal 1954 al 1970: una tra le sue telecronache famose fu la diretta del black out avvenuto nel 1965 nella parte settentrionale degli Stati Uniti e nel Canada.
La svolta
La sua carriera conobbe una svolta decisiva quando venne scelto come inviato da New York, dove rimase dal 1954 al 1972. Celebre la sua introduzione a ogni servizio:
«Qui da Nuova York: vi parla Ruggero Orlando».
Ancor più indimenticabile la storica diretta del primo sbarco sulla Luna, nel corso della quale fu protagonista di una disputa con il collega Tito Stagno sul momento esatto dell’allunaggio (poi si scoprì che avevano torto entrambi).
Durante l’ultimo anno di guerra fu attivo anche in Italia come conduttore di trasmissioni dagli studi della RAI – sorta nell’ottobre 1944 dalle ceneri dell’EIAR – e come agente di collegamento tra le truppe angloamericane e i gruppi partigiani del basso Po.
Fu inoltre autore, sempre con lo pseudonimo Gino Calzolari e in compagnia di Altiero Spinelli, Riccardo Luzzatto e Paolo Treves, di un significativo contributo, dal titolo Outline of Italian anti-fascism, pubblicato nel 1944 a Londra dall’International Publishing Company, all’interno dell’opuscolo Italy’s struggle for liberation.
Fine della guerra e morte
Dopo la fine della guerra fu impegnato come corrispondente della RAI dalla capitale inglese e come collaboratore della BBC e di varie testate italiane ed estere, tra cui “Il Messaggero”, “Epoca”, “Avanti!”, “Observer”, “France”, “Il Ponte” di Piero Calamandrei e “L’Opinione” di Franco Antonicelli. Ruggero Orlando si spegne il 18 aprile del 1994 nella clinica Quisisana a Roma, dove era ricoverato da qualche tempo. Aveva 86 anni ed era malato di cancro ai polmoni.
Vita privata
Affermatosi come uno dei principali referenti del socialismo italiano a Londra (dove nacque anche suo figlio Raffaello, futuro musicista e studioso di culture orientali), nel 1954, proprio mentre in Italia iniziava l’era della televisione, decise di trasferirsi negli Stati Uniti.