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Russia, Putin firma la legge contro la propaganda gay: carcere per gli omosessuali

Vladimir Putin ha firmato la legge contro la propaganda gay in Russia. Con tale testo si prevedono multe fino a 165mila euro e il carcere. La cifra massima verrà applicata nel caso in cui la presunta propaganda sia diretta a minori.

La legge contro la propaganda gay in Russia

Nelle scorse settimane la Duma ha dato il via per l’approvazione della legge che Vladimir Putin ha firmato. Il provvedimento proibisce tra gli adulti “la promozione” di quelle che vengono definite “relazioni sessuali non tradizionali”: lo riferisce la Tass.

Alcuni osservatori fanno natare che in questo modo si va verso l’allargamento della famigerata legge che vieta “la promozione” degli “atteggiamenti sessuali non tradizionali” tra i minori: una norma che rende potenzialmente impossibile ogni manifestazione pubblica in difesa dei diritti delle minoranze sessuali e che è stata bocciata dalla Corte di Strasburgo perché discriminatoria e perché lesiva del diritto alla libertà d’espressione.

La severità della legge di Putin

Il testo della nuova norma si presenta come un intervento estremamente severo contro “la propaganda di relazioni sessuali non tradizionali e la pedofilia”. Come tale, viene automaticamente vietata all’interno della Russia la circolazione di qualsiasi media a carattere LGBTQ+. Quindi verranno messi al bando libri, pubblicità, film e pagine internet che vanno contro la legge firmata da Putin.

Le conseguenze sono assai severe: per i cittadini russi una multa che potrà arrivare fino a dieci milioni di rubli, circa 165mila euro. La cifra massima verrà applicata nel caso la presunta propaganda sia diretta a minori. Per gli stranieri residenti in Russia, invece, è prevista la deportazione previa reclusione di 15 giorni.

La legge del 2013

Vyacheslav Volodin, presidente della Duma e braccio destro del Presidente Putin, ha commentato: “Dobbiamo fare il possibile per proteggere i nostri figli e chi vuole condurre una vita normale“. Una legge contro la propaganda LGBT è in realtà già presente dal 2013, ma questa si concentrava finora solo sui contenuti destinati alla fruizione da parte dei minori. La nuova legge, invece, estende quella che si può definire una vera e propria censura a qualsiasi contenuto a tematica LGBTQ+, indipendentemente dai destinatari del messaggio.

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