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Salernitana-Catanzaro 0-0, l’analisi di un match consigliato ai cardiopatici

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Di Alessandro Faggiano

Una passeggiata di salute per i 22 in campo e i 14.000 circa sugli spalti, con gli spettatori paganti che possono godere del meraviglioso clima autunnale senza alcuno sforzo cardiaco. Salernitana-Catanzaro è uno spot a favore di un calcio atarassico, senza patemi e senza scontri. Molto si deve al Catanzaro che arriva a Salerno con l’unico scopo di non prendere gol e rinuncia del tutto alla fase offensiva. La squadra di mister Caserta ha espresso magistralmente l’idea di anticalcio, allontanando ogni velleità artistica, creativa ed emozionale. La truppa di Martusciello, che tanto bene aveva cominciato il campionato con una visione spumeggiante ed estremamente divertente del gioco del pallone, non è riuscita ad esprimere minimamente quelle qualità che avevano fatto ben sperare nelle prime partite agostane. Salernitana e Catanzaro si dividono la posta in palio, con i granata che avrebbero meritato qualcosa in più. Alla squadra di Martusciello continua a mancare equilibrio anche se in questo caso per le ragioni opposte a quelle segnalate nelle scorse settimane. Ad una maggior quadratura in fase difensiva, è corrisposta una improvvisa anemia offensiva. Dalla tesi e antitesi, ci sarà bisogno di trovare, in modo heidegeriano, quella sintesi che faccia salire di livello la squadra. A Martusciello, l’arduo compito.

Salernitana-Catanzaro, un incontro consigliato ai cardiopatici

Ritmi bassi in avvio di gara per entrambe le squadre, che si studiano e non si sbilanciano. Si comincia con squadre abbastanza corte ma con un Catanzaro più volitivo, che cerca con maggior insistenza l’uno contro uno. Il pacchetto arretrato dei granata è ben guidato da Ferrari, faro della retroguardia granata. La Salernitana si rifugia eccessivamente nella sicurezza del passaggio orizzontale, rendendo vita facile alla formazione ospite. L’unico che prova a saltare l’uomo è Daniele Verde, ma cerca la giocata nei frangenti sbagliati o in situazioni dove sarebbe ben più comodo un appoggio sul compagno.

I primi quindici minuti sono caratterizzati dall’assenza totale di emozioni, con l’unica nota sul tabellino legata al giallo rimediato da Brighenti per entrata in ritardo su Wlodarczyk. Proprio il polacco si rende autore del primo tiro nello specchio difeso da Pigliacelli, al minuto 17, con l’estremo difensore che para facile. Al 21′ arriva il primo per i granata, che sono costretti a fare a meno di Reine-Adelaide. Al suo posto, Soriano. La prima metà di gara sembra proprio un tiro al bersaglio (granata), con il Catanzaro che colpisce duro a più riprese. L’arbitro Marinelli, però, opta per un metro di giudizio molto permissivo, evitando l’uso del cartellino. La prima occasione degna di nota per i padroni di casa arriva al 26′, con Amatucci che imbecca benissimo Braaf. L’olandese ci prova due volte, trovando prima la respinta di un difensore e poi l’esterno della porta. Il tentativo di forcing granata non sortisce effetti, col Catanzaro che torna ad anestetizzare la partita. La Bersagliera si rende finalmente pericolosa, con la prima palla gol dell’incontro, solo a 5 minuti dal termine del primo tempo. Maggiore prende palla, il Catanzaro lo lascia fare, serve per Njoh sulla sinistra che mette in mezzo e trova Braaf. L’olandese ci prova da ottima posizione ma il pallone termina sull’esterno della rete. Nei 3 minuti di recupero non succede nulla e si va negli spogliatoi sullo 0-0. Un risultato praticamente doveroso, vista l’assenza di emozioni. La Salernitana ci prova un po’ di più ma il tridente è privo di mordente e di ispirazione.

Nella ripresa, Martusciello decide di spingere con la catena mancina composta da Njoh e Braaf – coadiuvati da Soriano – e provando a sfruttare la stazza di Torregrossa, subentrato a Wlodarczyk. Il Catanzaro prosegue nel suo piano partita e rinuncia del tutto ad attaccare, mentre la Salernitana spinge ma senza pungere. L’ingresso di Tello dà un po’ di vivacità alla manovra granata ma non è abbastanza e, superati i 70 minuti di gioco, il risultato rimane bloccato sullo 0-0. La squadra di casa prova a far salire il ritmo e il Catanzaro comincia a cedere, con Pigliacelli costretto a due interventi di pregevole fattura per evitare che si sblocchi il risultato.

SALERNITANA-CATANZARO: QUI, LE PAGELLE DEI GRANATA

Salernitana, è mancato il coraggio

Rispetto alle prime uscite dei granata, manca il guizzo e il coraggio della verticalizzazione. Il possesso palla della squadra di Martusciello, che nelle prime giornate era avvolgente e volto a far male, ora sembra più funzionale a creare dei piccoli vantaggi senza perdere il proprio equilibrio. La difesa granata è sempre ben posizionata e le principali occasioni degli avversari nascono dalle lacune fisiche di Stojanovic, che non riesce a contenere gli avversari sulla sua corsia.

Il Catanzaro, dal canto suo, sembra aver rispettato un preciso piano partita, optando per il mantenimento di ritmi bassi e un gioco fatto di contrasti. I granata hanno provato a sfondare sull’out di sinistra nella seconda frazione di gioco e l’ingresso di Tello e Torregrossa ha sicuramente vivacizzato il gioco, ma non è stato abbastanza.

Salernitana-Catanzaro, formazioni ufficiali e tabellino del match

SALERNITANA (4-3-3): Sepe; Stojanovic, Bronn, Ferrari, Njoh; Maggiore, Amatucci (dal 52′ Tello) , Reine-Adelaide (Dal 21′ Soriano); Verde, Wlodarczyk (dal 52′ Torregrossa), Braaf (dal 85′ Hrustic). A disposizione: Fiorillo, Corriere, Gentile, Velthuis, Simy, Ruggeri, Ghiglione, Jaroszynski. Allenatore: Giovanni Martusciello

CATANZARO (3-5-2): Pigliacelli; Scognamillo, Brighenti, Bonini; Cassandro, Koutsoupias, Petriccione, Pompetti, D’Alessandro; Compagnon, Pittarello. A disposizione: Dini, Piras, Turicchia, Antonini, La Mantia, Ceresoli, Biasci, Seck, Buso, Volpe, Coulibaly, Situm. Allenatore: Fabio Caserta.