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In fuga dall’eruzione, scoperte tracce dell’età del Bronzo nel Salernitano

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I ritrovamenti

Impronte di esseri umani e di animali in fuga da un’eruzione, risalenti all’Età del Bronzo: è uno dei ritrovamenti avvenuti in provincia di Salerno, durante i lavori di potenziamento del metanodotto della Snam “Diramazione Nocera-Cava dei Tirreni”, condotti nei comuni di Nocera Superiore, Nocera Inferiore, Roccapiemonte e Castel San Giorgio.

Salerno, importanti ritrovamenti risalenti  all’Età di Bronzo

Le indagini archeologiche, durate circa due anni, sono state eseguite sul campo da Sogearch sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Salerno e Avellino.

Tra le scoperte più significative, le impronte nei pressi del torrente Casarzano rimaste impresse nei depositi piroclastici delle eruzioni del monte Somma-Vesuvio: una testimonianza toccante della drammatica fuga degli abitanti di fronte alla furia del vulcano, uomini, donne e bambini, a piedi nudi o con semplici calzari, e con loro gli animali. Tra la fine dell’età del Bronzo e gli inizi dell’età del Ferro (1200/1150-900 a.C.circa), un villaggio con capanne si estendeva su questo territorio.

I resti delle fondazioni in terra, insieme a numerosi frammenti di ceramica, testimoniano la presenza di una comunità organizzata. È poi venuto alla luce un santuario extraurbano, databile preliminarmente tra il III-II sec. a.C., localizzato in prossimità di Nuceria Alfaterna, lungo un’importante arteria viaria. Tra i numerosi reperti rinvenuti spiccano manufatti ceramici, probabilmente offerti come ex voto; lo studio di questi oggetti potrà fornire informazioni sulle pratiche cultuali e sulle divinità venerate nel santuario.

Al periodo del passaggio tra l’età romana e la tarda antichità risale un gruppo di sepolture realizzate in fosse rivestite e coperte con lastroni di tufo, alcuni dei quali decorati con incisioni, appartenenti prevalentemente a bambini accompagnati da corredi essenziali. Un altro gruppo di tombe occupa gli spazi di una delle ville rustiche romane. I risultati di queste straordinarie scoperte saranno presto presentati al pubblico attraverso una mostra e una pubblicazione scientifica.

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