Cronaca Salerno, Salerno

Salerno, dimagrisce di 50 kg e il marito geloso inizia a picchiarla. La figlia di 10 anni per difenderla infilza la mano del padre con una forchetta

Milano ragazza violenza sessuale
Immagine di repertorio
Milano ragazza violenza sessuale

Il marito le aveva donato un intervento di liposuzione, ma dopo averla vista è iniziato un incubo. L’uomo geloso ha iniziato a picchiarla. Le prime aggressioni sono avvenute già nella sala della clinica. L’uomo è stato condannato in primo grado a 4 anni e 3 mesi.

Salerno, dimagrisce di 50 kg e il marito geloso inizia a picchiarla

Una famiglia molto unita, composta da genitori e tre bambini, viveva in un’atmosfera di grande armonia, senza alcuna discordia. Tuttavia, improvvisamente, si verifica un evento inaspettato. La donna, una mamma di quaranta anni, combatte con un sovrappeso che non riesce più a tollerare. Sostenuta dal marito, che si prende carico delle spese per l’operazione, decide di sottoporsi a un intervento di liposuzione, riuscendo a perdere circa 50 kg.

La sua trasformazione è sorprendente. Tuttavia, da quel momento, per la donna, originaria dell’agro nocerino sarnese, ha inizio un vero e proprio incubo. La gelosia del coniuge lo ha spinto a compiere atti di violenza e sopraffazione, già a partire dalla stanza della clinica post-operatoria. Entra in effetti in un ciclo di abusi fisici e psicologici, che non colpiscono solo lei, ma anche una delle loro figlie, una bambina di 10 anni, che diventa un bersaglio per il padre. Per difendere la madre dalle aggressioni del genitore, la piccola ha persino conficcato una forchetta nella mano del padre.

La denuncia della donna

La donna, preoccupata per la propria vita e per quella dei suoi bambini, uno dei quali è affetto da sindrome di Asperger, decide di denunciare il marito. I magistrati intervengono rapidamente: l’uomo viene arrestato e, l’anno scorso, viene condannato in primo grado a quattro anni e tre mesi di reclusione.  Attualmente si trova in regime di arresti domiciliari in attesa dell’appello.

La donna assistita dagli avvocati Monica Cicalese ed Enrico Alfano, sperava di avviare un periodo di tranquillità con i suoi figli, ma qui inizia un nuovo incubo. I giudici, pensando che fosse la soluzione migliore per la famiglia, assegnano alla donna la casa coniugale, nominando un tutore, uno psicologo e assistenza da parte dei servizi sociali. E qui arriva la prima sorpresa: al loro rientro, l’abitazione appare completamente svuotata.

“Le utenze erano collegate all’impianto condominiale – spiega l’avvocato Cicalese, membro dell’associazione Manden – dove vivono anche la suocera e la cognata della donna. Riattivare la luce è stato semplice e ha richiesto pochi soldi. Ma per riattivare l’acqua si sono presentati seri problemi”. Ed una serie infinita di mancanze e ostacoli burocratici. I legali della donna infatti sollecitano l’intervento del Comune, come indicato dalla normativa del codice rosso. Inoltre, nonostante lavori nel settore sanitario, la donna spende ogni centesimo per i suoi figli. E non avrebbe la possibilità di sostenere queste spese. Dal Comune comunicano che possono intervenire, ma è necessario avere un preventivo. “Da febbraio ad oggi – racconta il legale – tutte le imprese contattate da me personalmente per fare un preventivo si sono presentate a casa per un sopralluogo, ma poi non si sono più fatte vedere”.

Nel frattempo per la donna e i suoi ragazzi è cominciato un periodo letteralmente di sopravvivenza. In quella casa senz’acqua non era, e non è, possibile cucinare, mangiare o semplicemente lavarsi. Non è possibile assicurare un minimo livello igienico. In dieci mesi, sono andati avanti con secchi e bottiglie di acqua.

I minori affidati a una casa famiglia

Dopo mesi di difficoltà e preoccupazioni per la donna e i suoi figli è giunta l’ennesima notizia negativa. I due figli minorenni saranno separati dalla madre e affidati a una casa famiglia, la cui ubicazione non è ancora stata specificata. Gli avvocati hanno cercato di richiedere al Comune l’assegnazione di un nuovo alloggio per lei ed i ragazzi. In particolare una sistemazione in uno degli appartamenti confiscati alla camorra, che sono ancora disponibili e inutilizzati nel comune. Tuttavia, anche in questo caso, è regnato il silenzio. Inoltre, a complicare ulteriormente la situazione, verso la fine dell’anno scolastico, la donna ha scoperto che suo figlio, affetto dalla sindrome di Asperger, è stato bocciato a causa delle troppe assenze.

“La verità è che c’è una grande incompetenza e mancanza di conoscenza – aggiunge l’avvocato – É probabile che nessuno in quella scuola sapesse che per le vittime di codice rosso è previsto circa il 30% in più di assenze prima di decretare la bocciatura. Tutti i codice rosso sono terribili e nascondono una tragedia, ma qui è doppia. E una parola chiave. “Acqua”. I magistrati sono stati precisi e tempestivi ma se sin dall’inizio, dieci mesi fa, chi doveva farlo avesse seguito la norma del codice rosso, ora non ci troveremmo di fronte a una donna che ha subito violenze e maltrattamenti, ha rischiato la vita con continue umiliazioni e ora rischia anche di perdere i figli. Sentire Mariella dire che a questo punto era meglio subire le violenze in silenzio, è il fallimento delle istituzioni”. 

 

 

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