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A Maiori il titolo di “Città”, cerimonia ai Giardini di Palazzo Mezzacapo

MAIORI. Sono trascorsi 353 anni da quando Filippo IV – e precisamente nel 1662 – fregiò Maiori del titolo di “Città”, come si evince dalle notizie riportate dallo storico Matteo Camera nel volume “Memorie storico-diplomatiche dell’antica città e ducato di Amalfi”, il quale descrive in maniera lapidea “Maiori ben meritossi questo titolo onorifico conferitogli da Filippo IV nell’anno 1662, dichiarandola Città regia”. Dai documenti studiati da parte del prof. Maurizio Ulino, storico-araldista, incaricato dal Comune di Maiori per effettuare la ricerca storica, viene confermato che l’uso legittimo del titolo di città per Maiori è stato tale fino a tutto il periodo del governo monarchico d’Italia.

Di poi durante i 68 anni di vita repubblicana Maiori non si è più fregiata di questo titolo. Per riottenere questo privilegio che spetta a Maiori ab antiquo, la Giunta Comunale, presieduta da Antonio Della Pietra, con atto deliberativo n. 16 del 23.01.2014, ha fornito un atto di indirizzo agli Uffici per individuare, con apposito studio araldico, l’esatta configurazione dello stemma antico ed originario ed ottenere il riconoscimento ufficiale e di adoperarsi contestualmente affinché a Maiori venisse riconosciuto il titolo di Città, con la pertinente corona araldica. Successivamente, con atto deliberativo n. 9 del 2.9.2014, il Consiglio Comunale, sulla base dello studio e ricerca effettuati da Maurizio Ulino, ha chiesto la concessione del titolo di città per il cui riconoscimento Maiori presenta i requisiti necessari ai sensi della normativa vigente.

In seguito all’istruttoria effettuata dal Ministero dell’Interno, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con decreto del 9 giugno 2015, ha concesso a Maiori il titolo di “Città”. Con una cerimonia pubblica, in programma a Maiori, venerdì 24 luglio, alle ore 19.00, presso i Giardini di Palazzo Mezzacapo, sarà presentato ufficialmente alla cittadinanza ed ai graditi ospiti, questo privilegio da parte del Sindaco Antonio Capone, di Maurizio Ulino, Storico-Araldista, di Mario Piscopo, già Consigliere alla Cultura; di Bonaventura Landi, delegato alla Cultura e di Mario Amodio, giornalista, che modera il dibattito.

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