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Abuso d’ufficio e peculato: otto avvisi di garanzia a Camerota

CAMEROTA. Sono otto gli avvisi di garanzia inviati ad ex amministratori e dirigenti del comune. L’inchiesta riguarda presunti stipendi gonfiati con progetti-obiettivo e indennità che hanno, stando a quanto riporta infocilento, provocato un buco nei conti del comune per quasi un milione di euro. Tra i reati contestati anche quelli di abuso d’ufficio e peculato.

A rispondere delle accuse saranno Antonio Troccoli e Antonio Romano, ex sindaci del comune del Cilento costiero. Secondo gli inquirenti avrebbero “Promosso e partecipato” ad un’attività tesa ad attribuire somme di denaro a dipendenti che in realtà non erano dovute.

I fatti risalgono a quando Troccoli era primo cittadino e Romano assessore al bilancio.
Le indagini scattarono nel 2011 quando l’allora sindaco Domenico Bortone diede incarico di verificare eventuali illegittimità perpetrate negli anni precedenti. Fu proprio l’esperto a segnalare possibili irregolarità e la relazione finì sul tavolo di Corte dei Conti e della Procura della Repubblica.

Gli impiegati coinvolti, che rischierebbero di dover restituire le somme percepite, si dichiarano estranei alla vicenda e precisano di aver svolto un compito per conto dell’ente regolarmente eseguito e pertanto da retribuire. Anche gli ex amministratori respingono le accuse al mittente.

Nel complesso gli avvisi di garanzia sono otto: oltre agli ex sindaci sono giunti a sei dipendenti.

Anche la Corte dei Conti aveva aperto un’indagine per la concessione di indennità di posizione e incentivi non dovuti per quasi centomila euro e per premi per 513mila euro per incentivi nella lotta all’evasione della Tarsu. Infine un ulteriore danno su cui era stata avviata un’indagine riguarda la cifra di 323mila euro corrisposta alla società «Sco Servizi e consulenze srl» che si occupava, in ausilio, della riscossione dei tributi locali.

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