EBOLI. Da qui a breve, si potrebbe camminare per strada rischiando di imbattersi in cumuli di immondizia. È questo il timore confessato dallo stesso assessore regionale all’Ambiente, Giovanni Romano, relativamente alla situazione di stallo che si è creata negli ultimi giorni e di cui si discute con fervore sulle, ormai note, “ecoballe di Acerra”. Trenta camion carichi di ecoballe sono stati costretti a rientrare a Eboli, dopo due giorni di attesa dinanzi al termovalorizzatore. Il presidio di Acerra continua a bloccarne il transito già da cinque giorni. I manifestanti, sostenuti dalle senatrici Vilma Moronese e Paola Nugnes del Movimento 5 stelle, si sono letteralmente accampati e, ieri mattina, si sono dati il cambio con gli studenti del liceo scientifico di Acerra “Alfonso Maria de’ Liguori”. Sono giunte sul posto anche le rappresentati del Comitato donne del 29 agosto. Secondo il presidente del Comitato, Virginia Petrellese, l’inceneritore dovrebbe bruciare solo le ecoballe di quei Comuni che fanno la differenziata almeno al 60%, evitando che gli abitanti di Acerra paghino i danni di una cattiva gestione delle varie emergenze rifiuti. Rosanna Leone, membro del Comitato, sostiene, inoltre, che l’impianto non sia a norma. È intervenuta la stessa A2A, la multiutility lombarda che gestisce il termovalorizzatore, mostrandosi disponibile al dialogo con i cittadini e assicurando di aver denunciato alle autorità competenti il blocco che, dalle 22.00 del 2 novembre, impedisce l’accesso ai mezzi che trasportano i rifiuti.Si attende il pomeriggio di oggi, quando si riunirà il tavolo tecnico presso l’Assessorato regionale all’Ambiente e verranno presentate le certificazioni sulle ecoballe di Eboli, dal quale dovranno scaturire delucidazione sull’esito della protesta e sulle responsabilità.