AMALFI. Era gremita di tutti coloro che gli volevano bene, la Cattedrale di Amalfi, ieri pomeriggio, alle quattro e mezza. Sì, perché Andrea De Crescenzo, per tutti “papariello”, era il cugino di tutti gli amalfitani.
Lui stesso, infatti, chiamava “cugì” – quando li incontrava – i suoi compaesani, ai quali era unito da un grande sentimento di affetto. Era l’uomo della piazza Andrea, un personaggio genuino, con la passione viscerale per il suo paese, per il galeone azzurro, per le tradizioni, per il Capodanno Bizantino (in cui era il personaggio per eccellenza nella sfilata delle bande) e per i riti della Settimana Santa.
L’addio di Amalfi a “Papariello”, re del Capodanno Bizantino
Nel giorno del suo onomastico, prima ancora che partisse la statua imbracciata dai fedeli, egli intraprendeva la sua personale Corsa sulle scale del Duomo in onore al santo di cui portava il nome, Patrono della città. E al termine riceveva l’applauso dei suoi compaesani, che lo ricompensava della fatica.
Un rito nel rito, ormai. Giovedì mattina, nessuno avrebbe mai immaginato di non poterlo più rivedere. La sera prima, alle 22 e 30 circa, la corsa disperata all’Ospedale “Costa d’Amalfi” per una grave insufficienza renale. Poi il trasferimento a Salerno dove alle 5 del giorno successivo è spirato. Aveva 58 anni e nutriva un amore incondizionato per Amalfi e per i suoi compaesani, che ieri erano tutti attorno al suo feretro per rendergli l’ultimo, meritato saluto
Per questo, in segno di lutto, la Compagnia Carabinieri di Amalfi, con annessa Stazione, ha issato la Bandiera Italiana a mezz’asta.