Salerno

Albero crollato all’Unisa, Carmine Fiorillo sveglio e cosciente in rianimazione

Carmine Fiorillo
Carmine Fiorillo
Carmine Fiorillo

È vigile e mostra segni di lucidità Carmine Fiorillo, il più grave dei tre giovani schiacciati dall’albero crollato in ateneo. È fuori dal coma da circa due giorni e mezzo. Prima del Natale era stato tracheotomizzato ed erano apparsi i primi riflessi incondizionati determinati dall’alleggerimento della sedazione.

Carmine sveglio e cosciente in rianimazione, Antonio in chirurgia

Carmine Fiorillo, il giovane più grave dei tre coinvolti nel crollo dell’albero in ateneo, è vigile e mostra segni di lucidità. È uscito dal coma da circa due giorni e mezzo. Prima di Natale era stato sottoposto a tracheotomia, e già allora si erano notati i primi riflessi incondizionati dovuti alla riduzione della sedazione, portando a diffondere notizie che si sono poi rivelate imprecise. Solo negli ultimi due giorni, però, si è registrato un vero miglioramento, dando speranza per il futuro. Un autentico miracolo di Capodanno, inatteso. Si tratta comunque di progressi lenti, in un percorso ancora lungo. Sarà fondamentale il supporto psicologico per affrontare il trauma, mentre dovrà recuperare anche per affrontare l’intervento alla colonna vertebrale.

«È sveglio, cosciente, orientato e collaborativo. Inizia ad avere un respiro spontaneo. È tutta attività respiratoria sua – esordisce il primario Renato Gammaldi – Appena sarà possibile, dovremo sottoporlo all’intervento di stabilizzazione della colonna. Articola il labiale per fare domande, non emette suono perché è tracheotomizzato, ma si fa comprendere. Tutto ciò è possibile perché dietro c’è un grande lavoro». E insiste: «La rianimazione di Salerno, in termini di sopravvivenza, è tra le migliori d’Italia e del mondo. Un’affermazione supportata da dati oggettivi. Abbiamo un grande squadra, che coinvolge medici e personale. Mi auguro che per Carmine la situazione continui ad andare meglio, ma uso sempre il condizionale».

È tornato in stanza in Chirurgia, invece, Antonio La Regina, anche lui finito in rianimazione: «Ci ha fatto temere molto – insiste Gammaldi – Non ci arrendiamo mai in rianimazione: conosciamo il dolore, ma infondiamo speranza. È un lavoro di team in cui ognuno mette qualcosa di sé e offre il proprio contributo scientifico». Sottolinea, inoltre, la discrezione del rettore Loia: «È stato di un’umiltà incredibile. Mi ha colpito molto la sua umanità. È stato sempre qui, al Ruggi, in attesa, speranzoso per la vita dei ragazzi. Si percepisce il suo interesse per i giovani». Intanto al campus è ancora sotto sequestro l’albero crollato e sezionato dopo i rilievi tecnici.

Fiscianounisa