Cronaca Salerno, Salerno

Allarme al carcere di Salerno: manca l’acqua a Fuorni

Al carcere di Salerno manca l’acqua: scatta l’allarme da parte da Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania.

Niente acqua al carcere di Fuorni

«Nelle carceri si sta consumando un’altra emergenza, non meno preoccupante, la carenza idrica, che in questi giorni di caldo rovente sta gettando nel caos diversi istituti penitenziari. Le strutture che ospitano i detenuti, spesso antichissime, hanno tubature e condotte usurate dal tempo che non riescono a rifornire di acqua tutti i piani degli edifici e a far fronte a una popolazione carceraria così massiccia. Per risparmiare in qualche Istituto si pensa a limitare la fornitura d’acqua nelle ore notturne. Scelta inadeguata e improduttiva. Mi arrivano segnalazioni e proteste da Santa Maria Capua Vetere, Ariano Irpino, Napoli, Salerno e Bellizzi Irpino». La denuncia arriva Samuele Ciambriello, garante dei detenuti della Campania.

«Nel carcere avellinese da giorni ‘battiture’ dei detenuti, l’altri ieri non volevano entrare in cella, ed altre forme pacifiche di protesta. La società Alto Calore che gestisce il servizio deve rafforzare la fornitura per i 582 detenuti presenti. In questo carcere dal 2012 c’è un nuovo reparto(con 150 detenuti in piu’), ma il sistema non funziona a regime. Non è stata adeguata la rete idrica. Da fuori – spiega Ciambriello – arriva un quantitativo di acqua inferiore alle necessità. Già nel 2015 ci fu una rivolta dei detenuti per questa emergenza. E poi, ancora in molte carceri: pareti a rischio crollo, intonaci consumati dall’umidità e dalla muffa, lampadari che si staccano, perdite di acqua che rischiano di andare a contatto con fili elettrici scoperti, corridoi allagati,come ho visto io ed un magistrato nel carcere di Salerno. La carenza idrica provoca tensioni ed emergenze sanitarie. Chiedo alle Istituzioni preposte, alle società che gestiscono i servizi idrici, al Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria di intervenire, anche con lavori urgenti di adeguamento della rete idrica» conclude Ciambriello.


Pina Ferro

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