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Appalti e rifiuti: indagato per corruzione Roberto De Luca

Li hanno inchiodati ed hanno consegnato tutto nelle mani della Procura della Repubblica. Ora sono indagati ma i loro video hanno contribuito all’avvio dell’indagine che ieri ha portato alle prime sette perquisizioni.
Fanpage ha documentato il traffico illecito di rifiuti e tutto il mondo corruttivo connesso alla gestione. Un agente provocatore ha interrogato, documentato, incontrato criminali, imprenditori e politici.

Tra questi anche qualche politico di casa nostra. In un frame di un video che sarà pubblicato nelle prossime ore sul sito di Fanpage spunterebbe anche un assessore comunale dal cognome importante.

Si tratta di Roberto De Luca che, insieme al suo commercialista, si sarebbe accordato con l’agente (provocatore) protagonista del video, incontrato ad Angri. De Luca jr tratta non in qualità di assessore ma vanta le possibilità di intervento a livello regionale. E propone i nomi di alcuni intermediari che potrebbero agevolare la chiusura dell’affare. Non è l’unico.

Roberto De Luca indagato per corruzione: i dettagli

Nel filmato appaiono altri due politici, uno di centrodestra l’altro di centrosinistra. Il video è stato acquisito dalla Procura della Repubblica di Napoli che indaga sugli appalti della Sma e della Regione Campania. L’inchiesta, coordinata dal procuratore Giovanni Melillo e dall’aggiunto Giuseppe Borrelli, è dei pm Sergio Amato, Ivana Fulco, Celeste Carrano, Henry John Woodcock e Ilaria Sasso del Verme.

L’appalto al centro dell’incontro con Roberto De Luca sarebbe quello cospicuo delle ecoballe. Insomma quello sbandierato e voluto da papà Vincenzo, governatore della Campania.

Con l’accusa di «induzione alla corruzione» Francesco Piccinini, il direttore di Fanpage.it e il giornalista Sacha Biazzo, videoreporter autore dell’inchiesta, ora sono indagati dalla procura di Napoli a seguito del loro lavoro.

«Tutto questo è assurdo, abbiamo messo a repentaglio la nostra incolumità per questa inchiesta e ora ci ritroviamo indagati» dichiara il direttore responsabile del quotidiano edito da Ciaopeople.

«Abbiamo messo una telecamera addosso a un ex boss dei rifiuti (indagato) mandandolo in giro per l’Italia a incontrare industriali e politici per prendere accordi in cambio di tangenti.

Noi – sottolinea il direttore di Fanpage.it – abbiamo fatto questo nell’ambito di un’inchiesta giornalistica. È chiaro che non abbiamo smaltito rifiuti né preso soldi».

Solidarietà ai colleghi di Fanpage è stata espressa dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e Sindacato Unitario Giornalisti Campania: «La redazione di Fanpage è stata perquisita e due giornalisti risultano indagati per corruzione e traffico di rifiuti.

Questo perché i colleghi sono stati protagonisti di una inchiesta nella quale sono riusciti a documentare il traffico di rifiuti illeciti e i collegamenti tra camorra e politica grazie ai quali lo smaltimento delle sostanze tossiche avveniva senza alcun controllo provocando disastri ambientali. La procura era stata informata già dal direttore Francesco Piccinini di quanto era stato documentato.

Mettere i giornalisti sotto inchiesta e perquisire una redazione non possono essereconsiderati ‘un atto dovuto’ – affermano gli organismi sindacali di categoria – soprattutto perché sono in gioco la libertà di informare e la tutela delle fonti dei cronisti, la cui segretezza non può essere messa in alcun modo a repentaglio».

Sindacato unitario dei giornalisti della Campania e Federazione nazionale della Stampa italiana esprimono «solidarietà ai colleghi di cui difenderanno in ogni sede il diritto di fare il loro lavoro nell’interesse dei cittadini ad essere informati».

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