Emergono le motivazioni che hanno portato all’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Franco Alfieri. In particolar modo, l’inchiesta su appalti e procedure pubbliche per i progetti della Fondovalle Calore, dell’Aversana e del sottopasso di Capaccio ha scosso la politica campana, portando alle dimissioni dell’assessore regionale Luca Cascone.
L’indagine, condotta dalla Procura di Salerno, ha rivelato un presunto sistema opaco che coinvolgerebbe funzionari pubblici, imprenditori e figure istituzionali di spicco.
Inchiesta Alfieri, le motivazioni dell’ordinanza di custodia cautelare
Franco Alfieri emerge come figura chiave dell’inchiesta. Le intercettazioni e i messaggi WhatsApp raccolti dagli inquirenti evidenziano il suo coinvolgimento diretto nel monitoraggio e nell’accelerazione delle procedure per favorire determinate imprese. In alcune conversazioni, Alfieri avrebbe dichiarato esplicitamente di voler “vincere” specifici appalti, sottolineando un approccio finalizzato al controllo delle gare.
Gli appalti sotto indagine: Fondovalle Calore e Aversana
Tra i progetti coinvolti spiccano quelli per la Fondovalle Calore e la strada Aversana. Le intercettazioni mostrano come ogni fase delle gare fosse attentamente seguita da Alfieri, Campanile e altri indagati. Campanile, in particolare, avrebbe aggiornato Alfieri con dettagli sulle procedure, mentre quest’ultimo avrebbe ribadito l’urgenza di chiudere positivamente gli appalti.
Il ruolo di Cascone
Secondo gli inquirenti, Luca Cascone, presidente della IV Commissione Consiliare permanente della Regione Campania, avrebbe interferito nella gestione delle gare d’appalto, pur non avendo competenza diretta. Le intercettazioni indicano un suo contatto con Andrea Campanile, dirigente coinvolto nell’inchiesta, a cui avrebbe richiesto aggiornamenti sullo stato delle procedure. Il destinatario finale delle informazioni sarebbe stato Franco Alfieri, sindaco e presidente della Provincia di Salerno.
Pizzini e comunicazioni segrete
Per evitare intercettazioni, Alfieri e Giovanni Vito Bello, responsabile dei Lavori Pubblici di Capaccio-Paestum, avrebbero utilizzato metodi clandestini, come scrivere appunti su pizzini successivamente distrutti. Per la Procura, questo comportamento rappresenta un ulteriore elemento che suggerisce la natura illecita delle attività.
Il ruolo di Federica Turi
Un altro nome di rilievo è Federica Turi, responsabile unica del procedimento (RUP), che avrebbe collaborato attivamente con Alfieri. Secondo le intercettazioni, la Turi avrebbe fornito al sindaco informazioni riservate sui partecipanti alle gare, in violazione delle norme. In una conversazione riportata dagli inquirenti, si fa riferimento a promesse di festeggiamenti legati alla conclusione delle procedure, ritenute vantaggiose per entrambe le parti.
L’aggiudicazione alla Co.Ge.A. Impresit
Tra le imprese vincitrici figura la Co.Ge.A. Impresit, di proprietà di Nicola Aulisio, che ha ottenuto appalti relativi alla Fondovalle Calore e al sottopasso. Intercettazioni tra Andrea Campanile e il padre evidenziano toni celebrativi dopo l’esito delle gare, con espressioni come “abbiamo fatto, abbiamo vinto”.