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Un laboratorio a cielo aperto ‘Artisti in piazza’ a Campagna: arte come pratica educativa

Lunedì 8 agosto si è tenuta nel borgo naturalistico di Serradarce, frazione del comune di Campagna, la prima edizione di ‘Artisti in piazza’, organizzata dal prof. Gerardo Marzullo, nonché direttore artistico, l’Associazione Giordano Bruno, presieduta dalla prof.ssa Adriana Maggio, la Pro Loco di Campagna e l’Istituto Superiore Galizia di Nocera Inferiore, diretto dalla dott.ssa Maria Giuseppa Vigorito, presente con i suoi docenti il prof. Francesco Capaldo, maestro esperto nella lavorazione della creta e il prof. Santino Campagna, coordinatore del laboratorio, e l’attenta assistenza di Gennaro De Luna. La manifestazione, patrocinata dal comune di Campagna, in collaborazione con l’Associazione O.P.E.R.A.R.E., ha visto l’intervento del critico d’arte Antonella Nigro, che a fine serata, dopo la consegna degli attestati di partecipazione, ha assegnato il premio della critica a Vincenzo Paudice, Francesco Capaldo, Barbla Fraefel Zah, Peter Fraefel e una menzione d’onore al Liceo Artistico Galizia di Nocera Inferiore, per l’organizzazione di attività e laboratori d’arte in diverse città.
Artisti piazza Campagna

Un Workshop in cui ragazzi come Alessandro Scaglioni e Federico Somma (studenti delle medie), si sono cimentati, insieme a Rita Di Novi, Barbla Fraefel Zah, Peter Fraefel, Vincenzo Paudice, Giovanni Schipani, Paola Strianese e Domenico Terenziano, con diverse discipline artistiche dalla pittura al modellato, sculture in creta e in metallo, dalla raffigurazione di visioni paesaggistiche alla ‘bizzarria’ dell’espressione interiore.

Ancora una volta l’Arte muta in pratica educativa, sociale e di inclusione, nel laboratorio creativo ‘a cielo aperto’ di Serradarce, i cui riferimenti continuano ad essere nomi importanti come il tedesco Joseph Beuys, gli italiani Michelangelo Pistoletto – fondatore di Cittadellarte, Biella – e Giuseppe Stampone – autore del progetto relazionale Global Education, gli Abecedari -, artisti che a partire dalla seconda metà del Novecento, si sono prodigati nel tentativo di educare e risvegliare le menti assopite, maturando in esse autonomia di pensiero critico e responsabilità collettiva.

Un ritorno alle origini, alle sensazioni, proprio come quella di affondare le dita nella creta, modellarla secondo le proprie fantasie, lontani da stereotipi tecnicismi, giovani e giovanissimi, dai cinque, dieci e quindici anni, con i loro genitori, totalmente en plein air, sono stati protagonisti di quel mistero che si pone alla base di un’idea, artefici di creazioni ceramiche e pittoriche che, prendendo forma, plasmano e cambiano l’atmosfera di un ambiente ‘sprovvisto di cornice’.

La volontà di riappropriarsi di momenti di convivialità e socializzazione, negati per oltre due anni dalla pandemia, è stata fondamentale nella riuscita della manifestazione. La condivisione di pensieri, sguardi ed emozioni, trapelate soprattutto dalla gioia dei più piccoli, ha unito le attività ludiche di laboratorio all’estemporanea di pittura, ‘tratti sapienti’ e risate briose, mescolate a schizzi d’acqua e colori, hanno reso le sfumature per una giornata ‘arcobaleno’.

Attività artistiche di laboratorio che dovrebbero essere proposte nelle scuole, nei parchi, nelle biblioteche, nelle piazze, in tutti quei luoghi dove curiosità e spirito d’avventura sono alla base di una crescita sana e stimolante. Una esperienza sensoriale viva, tattile, non virtuale (come spesso si è soliti pensare), olfattiva, visiva e uditiva che riporti l’essere umano, oramai ‘robotizzato’, ad una condizione di comunione con la natura e le sue creature, ad essere solidale, riflessivo ed empatico con i suoi simili e il mondo spirituale.


di Nunzia Giugliano

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