Riceviamo e pubblichiamo la lettera dell’avvocato Carlo Cacciapuoti, che, in riferimento ad un nostro articolo datato 5 marzo 2017 dal titolo “Quanti e quali sono i condannati, prescritti ed imputati nel parlamento italiano”, precisa quanto segue:
«Il Senatore Andrea Marcucci ha conferito mandato al mio Studio al fine di tutelare i suoi diritti di
immagine nei confronti della testata giornalistica online da Lei diretta, sulla quale è stato pubblica –
to in data 05.03.2017 un articolo dal titolo:“Quanti e quali sono i condannati, prescritti e imputati
nel parlamento italiano” (link: http://salerno.occhionotizie.it/politici-condannati-prescritti-imputati/) e tuttora presente sul web. Nello specifico, l’articolo si occupa di pubblicizzare tutte le condanne riportate dai vari parlamentari ed all’interno dello stesso testualmente viene riportata la seguente impropria asserzione:“MARCUCCI Andrea (PD) Condanna definitiva per abusi edilizi in Toscana. Fedelissimo di Matteo Renzi”. Il giornalista affronta una vecchia questione relativa ad un avviso di garanzia ricevuto dal Senatore Marcucci per abusi edilizi al Ciocco (il resort di famiglia) nel 1993. Devo necessariamente precisare che il riferimento al mio assistito è gravemente improprio e inveritiero perché, a prescindere dalla vetustà dei fatti prospettati e dall’esistenza del diritto all’oblio, lo stesso oltre a non essere mai stato condannato in via definitiva, ma casomai soltanto in primo grado, era stato poi successivamente assolto con formula piena (perché il fatto non sussiste), e stavolta davvero in via definitiva, dalla Corte di Appello di Firenze, con sentenza in data 23 ottobre 1995 n.238 (doc.1), che allego, e, pertanto, viene indebitamente censito quale parlamentare condannato. Confido, dunque, nel Suo personale immediato intervento perché tale riferimento falso e diffamatorio nei confronti del Senatore Marcucci sia rimosso dall’articolo in oggetto e dalla conseguente consultazione sui siti internet, senza che sia necessario aggiungere altro, allo stato, da parte mia, se non rivolgermi ulteriormente alla Sua cortesia per avere sollecita conferma che è stata resa Giustizia al mio assistito, intendendo, da parte mia, così definita la vicenda. Nel ringraziarLa anticipatamente, voglia gradire i miei migliori saluti».