Avevano una badante come prestanome e debiti nei confronti dell’Erario. Per questo motivo sono finiti nei guai imprenditori dell’Agro nocerino-sarnese della distribuzione di generi alimentari e prodotti per la casa. A seguito di attività di indagini condotte dalla Sezione ali Polizia Giudiziaria della Guardia di Finanza presso la Procura della Repubblica di Nocera Inferiore e dalla Compagnia Guardia di Finanza di Salerno, coordinate dal Sostituto Procuratore – Angelo Rubano, è stata accertata la commissione di reati fallimentari e tributari da parte di imprenditori dell’agro nocerino sarnese, con la compiacenza di due prestanome, la badante K.L. e D.S., pluripregiudicato.
Badante come prestanome, imprenditori dell’Agro nei guai
Net corso delle indagini — culminante con l’esecuzione dell’ordinanza cautelare emessa dal G.1.P. dott. Giovanni Pipola — con l’applicazione di misure cautelari personali e reali, si riscontrava che C.G., S.L., C.C., D.S. e K.L., amministratori di fatto e di diritto di una società, attuavano una serie di condotte delittuose che comportavano il dissesto economico-patrimoniale della medesima fino a determinarne il fallimento.
In particolare, si riscontrava che gli amministratori di fatto della società scissa (C.G., S.L., C.C.), già in gravi difficoltà, effettuavano un’operazione di scissione parziale trasferendo tutto il cospicuo patrimonio immobiliare ad una società di nuova costituzione avente la medesima compagine sociale. Difatti, nel momento in cui veniva operata scissione, la società era amministrata da C.G., mentre il capitale sociale era distribuito tra il coniuge S.L. ed il figlio C.C. le cui quote erano, in percentuale, pari a quelle detenute nella società beneficiaria, amministrata da S,L.
La strategia degli imprenditori
La complessa strategia criminosa degli indagati, attuata anche attraverso la sottrazione delle scritture contabili, culminava con la cancellazione della società dal Registro delle imprese ed il contestuale trasferimento della sede legale all’estero della società che, gravemente impoverita della sua consistenza patrimoniale, andava incontro alla decozione e al fallimento. Gli elementi raccolti durante le indagini hanno comprovato anche il reato di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.
Sulla base delle risultanze investigative, la Procura della Repubblica ha richiesto ed ottenuto l’emissione di detta ordinanza cautelare con la quale nono state applicate misure coercitive (divieto di dimora nella Regione Campania) ed interdittive (divieto di esercitare imprese commerciali e di ricoprire cariche sociali fino ad un anno) agli indagati, nonché disposto il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, sia forma diretta che per equivalente, di un fabbricato industriale di un locale commerciale e della somma complessiva di 4.911.389,33 milioni di euro, pari all’esposizione debitoria nei confronti dell’erario.
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