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Balneabilità in costiera amalfitana. Maiori, Praiano e Ravello ancora senza depuratore. Il caso Atrani

L’assessorato all’Ambiente della Regione Campania ha classificato la qualità delle acque di balneazione.

Per il 2015, su un totale di circa 429 km di costa regionale adibita all’uso balneare, risulta di qualità eccellente l’81 %, rispetto al 76% registrato nella scorsa stagione balneare.

Buoni risultati anche per la provincia di Salerno, salvo la città capoluogo, in particolare il Cilento. Bene anche la Costiera amalfitana anche se c’è da risolvere la vicenda dei depuratori che mancano a Maiori, dove si è vissuta una querelle fallimentare, a Praiano e Ravello, paesi turistici di eccellenza, fra l’altro, per turismo sono alla pari o poco dietro Positano e Amalfi, eppure senza ancora un depuratore nel 2015, nonostante le continue promesse, comunicati stampa e rassicurazioni varie che sono andate nel dimenticatoio ma non per noi, poi il caso Atrani che, purtroppo, si ritrova puntualmente con un divieto di balneazione o una segnalazione negativa dell’ Arpac, la bellissima cittadina è alle prese con un problema di non facile soluzione alla quale però l ‘amministrazione De Rosa, senza proclami, sta cercando di metter mano, per il resto, invece, siamo ancora all’anno zero, ed è inaccettabile per una territorio Unesco, per i depuratori esistenti c’è comunque da valutare problematiche varie, quindi non vanno esenti da attenzioni Positano, Furore (dove il Fiordo, dicono per colpa di Agerola, ma ci pare che non ci siano piu caseifici che sversano, presenta problemi, ndr) e la stessa Amalfi.

I dati sono stati elaborati d’intesa con la Direzione Tecnica Arpac – Unità Operativa Mare. I controlli, eseguiti dall’Arpac con frequenza mensile nel periodo compreso dal 1° aprile al 30 settembre in tutte le acque destinate all’uso balneare, vengono effettuati su una rete di monitoraggio composta da 329 acque di balneazione (42 in provincia di Caserta, 149 in provincia di Napoli e 138 in quella di Salerno). Gli esiti dei controlli effettuati sono resi pubblici in tempo reale sul web istituzionale di Arpa Campania e sul Portale Acque del Ministero della Salute. La classificazione della qualità delle acque di balneazione, ottenuta dalla elaborazione statistica dei dati relativi alle ultime quattro stagioni balneari, permette di attribuire ad ogni “acqua adibita alla balneazione” una classe di qualità: “scarsa”, “sufficiente”, “buona” o “eccellente”.

A seconda della classe in cui ricade ogni acqua sono previste diverse modalità di gestione e monitoraggio e l’eventuale adozione di misure di risanamento mirate alla tutela della salute dei bagnanti. La lunghezza di costa adibita alla balneazione è pari ad un totale di circa 429 km, rispetto al totale del litorale costiero campano pari a circa 487 km; sono esclusi dal monitoraggio circa 59 km comprendenti aree portuali, servitù militari, aree di particolare tutela ricadenti in parchi marini e foci di fiumi o canali ritenuti non risanabili sulla scorta dei dati analitici pregressi.

Questi ultimi, ovvero i tratti di mare non monitorati perché ritenuti allo stato attuale non risanabili, ammontano a circa 15 km e potrebbero essere riammessi ai controlli e quindi eventualmente recuperati alla balneazione nel caso in cui venissero adottate adeguate misure per impedire, ridurre o eliminare le cause di inquinamento.

«Cresce ulteriormente – sottolinea l’assessore all’Ambiente Giovanni Romano – la qualità delle acque balneabili in Campania. Il costante miglioramento della percentuale, salita dal 76 all’81%, fa della nostra costa tra le migliori in assoluto in tutta Italia».

(Fonte: positanonews)

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