Dopo gli arresti, rischiano di arrivare le condanne per i protagonisti del blitz anti droga di Baronissi dello scorso febbraio. Furono dieci gli arresti con cui si sgominarono due gang dedite allo spaccio di droga nella Valle dell’Irno: le bande controllavano e gestivano lo spaccio di droga tra Baronissi, Pellezzano e Mercato San Severino, servendosi anche di armi come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.
Baronissi, arresti per droga: rischio condanne per gli imputati
Il giudice dell’udienza preliminare Giovanna Pacifico ha respinto le istanze avanzate dagli avvocati della difesa. I legai avevano chiesto per tutti gli imputati la riqualificazione del reato attraverso l’applicazione del sesto comma per l’accusa di associazione e quella del quinto comma per l’accusa di spaccio. Per gli imputati, invece, si profilano condanne fino a 24 anni di reclusione con l’udienza aggiornata al prossimo 28 settembre.
I nomi
Gli inquirenti individuarono due distinti gruppi, uno dei quali faceva capo a Giuseppe Luzzi, 44enne di Pellezzano. Ognuno degli imputati aveva ruoli ben precisi: il 44enne di Baronissi, Daniele Abate, era promotore e gestore delle singole “piazze”, addetto al “taglio” e alla preparazione delle dosi. Poi c’era il 41enne Carlo Coppola, di Salerno, individuato come fornitore dell’associazione a cui garantiva l’approvvigionamento.
Il 37enne di Baronissi, Antonio Aiello, rivestiva con altri il ruolo di pusher, controllando la vendita al dettaglio; Ivan Guarino, 41enne di Pellezzano, Damiano Liguori, 21 anni di Pellezzano e Gerardo Pecoraro, 65 anni di Pellezzano, custodivano droga e armi del gruppo. Inoltre si occupavano di riscuotere le somme per la sostanza. L’altro sodalizio invece era composto da Emidio e Antonio Barone, padre e figlio (rispettivamente di 57 e 31 anni, entrambi di Mercato San Severino), e da Gina Rescigno (52enne di Mercato San Severino, moglie di Emidio Barone).