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Battipaglia, il consigliere Clemente nella bufera per le parole sul femminicidio di Maria Rosa Troisi

Polemica a Battipaglia per le parole del consigliere comunale Vincenzo Clemente in merito al recente femminicidio di Maria Rosa Troisi, uccisa con una coltellata dal marito Marco Aiello. Mentre prosegue il lavoro degli inquirenti, in città tiene banco la polemica per le parole che il consigliere ha pronunciato dopo la fiaccolata di venerdì 22 settembre dal palco del Picentia Film Festival come riportato dall’edizione odierna del quotidiano Il Mattino.

Battipaglia, il consigliere Clemente nella bufera per le parole sul femminicidio di Maria Rosa Troisi

Clemente, in quell’occasione, chiese di non trasformare Marco in un “mostro”. A suo avviso, l’omicida “non è un mostro ma un uomo che soffre per il dramma della sua famiglia e dei suoi figli“. Il consigliere, pur condannando il suo “folle gesto” aveva chiesto di “comprendere e capire anche lui“.

Immediata la reazione dell’associazione Differenza Donna di Salerno: “Avere un ruolo istituzionale vuol dire avere la responsabilità di usare le parole giuste in situazioni cosi dolorose e difficili per i familiari delle vittime di femminicidio e per tutta la comunità. Per questo non possiamo tacere davanti alle parole del Consigliere Provinciale, Vincenzo Clemente, utilizzate durante il suo intervento a conclusione della fiaccolata“.

Chieste le dimissioni del consigliere

L’associazione è tornata sulla vicenda, chiedendo le dimissioni del consigliere e pubblicando un testo particolarmente forte nel quale, oltre a puntare l’indice contro Clemente, si fa riferimento anche al chiacchiericcio in città sui presunti tradimenti della donna che ora non può difendersi.

“Avremmo potuto parlare e dire di più ma abbiamo preferito il silenzio. L’impressione è stata che Maria Rosa Troisi fosse diventata un feticcio, che l’attenzione quasi non fosse più sul fenomeno strutturale e sociale che attiene alla dimensione dell’oppressione e della diseguaglianza tra uomini e donne: il femminicidio, ma su giudizi di valore che ciascuno si è sentito legittimato ad esprimere, anche in forma pubblica. Ci siamo confrontate in privato ma non solo internamente: anche con quanti e quante avrebbero potuto (dovuto?) avere una posizione chiara e senza esitazioni. Non abbiamo trovato supporto, non c’è stato dialogo. Allora abbiamo capito che non c’è più tempo, che non possiamo permetterci, neppure per un giorno, di tacere. Il femminicidio di Maria Rosa Troisi è avvenuto in casa nostra e non deve diventare l’ennesimo di cui domani dimenticarsene.

Riprendiamo a parlare pubblicamente, esprimendo tutta la nostra profonda indignazione e chiedendo con urgenza le dimissioni immediate del consigliere. Quanto dichiarato dal Consigliere invece che contrastare la cultura della violenza, alimenta stereotipi di sessismo e mancato riconoscimento della dignità delle vittime. Quindi chiediamo una presa di posizione chiara ed inequivocabile da parte del Consiglio Comunale della Città di Battipaglia nella promozione e prevenzione della violenza di genere. La presenza (di pochi) alla fiaccolata non basta: anche il silenzio e l’assenza hanno un valore politico». Per la vicepresidente dell’associazione Claudia Giorleo, difatti, occorre maggiore competenza professionale e formativa «per parlare di argomenti importanti come questi. Ma, soprattutto, occorre un’azione a livello istituzionale: si deve seguire una linea comune e precisa per evitare che avvengano altri drammi come questi”.

La replica del consigliere

Clemente risponde alle accuse spiegando: “Ho precisato durante il mio intervento che la violenza di qualsiasi genere va sempre condannata come il gesto che ha tolto la vita a una giovane madre. La mia intenzione era quella di condannare la violenza e non giudicare la persona: il giudizio sulla persona spetta a chi è chiamato a farlo ossia alla magistratura. Non ho certo inteso minimizzare o addirittura giustificare, ma come si può pensare un assurdità simile e attribuire ciò alla mancata formazione o esperienza.

Ritengo che in momenti così tristi non esistono parole giuste e se le uniche parole “giuste” per alcuni appartengono al linguaggio degli applausi Istituzionali ebbene non le ho dette anche se ho sempre manifestato il mio sostegno alle donne vittime di femminicidio e di qualsiasi forma di violenza. Ho una moglie e una figlia che adoro e rispetto senza essere assolutamente maschilista e patriarcale. Sono molto dispiaciuto di questa assurda interpretazione del mio pensiero e se in questa situazione così tragica le mie parole hanno urtato la sensibilità di qualcuno chiedo scusa, non era assolutamente mia intenzione ferire qualcuno“.

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