BATTIPAGLIA. Si è tenuto questo pomeriggio alle 15.00, presso il centro congressi “San Luca” di Battipaglia, il convegno “Creiamo opportunità per il sistema agricolo alimentare”. L’incontro è stato promosso dalle associazioni A717 “Battipaglia & oltre”, Articolo 41, Reti Med, e patrocinato dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Numerose presenze, ma anche un’assenza che non è passata inosservata, quella di Maurizio Martina, ministro delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La sua presenza al meeting era stata annunciata da giorni, era attesa, ma, come spesso accade, è rimasta solo una promessa. Non è intervenuto colui che ha dato l’ok a una serie di nuovi provvedimenti legislativi in campo agricolo, da cui deriveranno quegli interventi che daranno un nuovo volto e rinnoveranno il settore agricolo. Il ministro ha così lasciato la parola a tutti le altre personalità che, invece, hanno presenziato all’incontro. Era presente, tra gli altri, proprio un membro della segreteria particolare del ministro Martina, ovvero il presidente di Reti Med Corrado Martinangelo, che ha rilasciato alla nostra redazione una serie di dichiarazioni relative a quei programmi ministeriali che fanno capo proprio al grande assente di questo pomeriggio.Ecco l’intervista che ha preceduto il convegno.
Su cosa verte, nello specifico, questo incontro?
«Assieme al ministro Martina, abbiamo approvato una serie di nuovi interventi legislativi», inizia il col dire il segretario. «Tra questi, il programma ministeriale principale è rappresentato da “Campo libero”, da cui deriva direttamente la legge “Competitività”, approvata ad agosto e nella quale rientrano sedici articoli che interessano il campo agroalimentare. Questi interventi riguardano gli sgravi dei contributi dei giovani assunti, i crediti e le imposte nell’agricoltura, la deduzione Irap per le imprese che assumono». Martinangelo continua precisando che al centro di questo discorso sociale, politico ed economico risiede l’incentivazione del lavoro, ovvero, lo scopo di far lavorare i giovani tramite lo sviluppo della risorsa rappresentata dal settore agricolo. «Il programma precisa infatti, prevede investimenti pari a due miliardi di euro, la cui attuazione è delegata a due Istituti del Ministero: l’Isa (Istituto sviluppo agroalimentare) e l’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare). Questi si occuperanno della gestione delle filiere delle imprese e dei mutui per i giovani fino a 40 anni. Lavoro, giovani, semplificazione, credito: questi i presupposti dei nuovi progetti, nonché il fine della loro attuazione. Alla base, l’agricoltura, che deve essere rinnovata, anche dal punto di vista del ricambio generazionale. Un progetto di sviluppo che porterebbe i giovani ad avanzare e l’agricoltura ad evolversi di pari passo, senza trascurare l’aspetto finanziario. In questo progetto, la scelta della Piana del Sele non è stata casuale».
Per quanto riguarda la Campania, la cosiddetta “Terra dei Fuochi”, come si pensa di agire?
«Innanzitutto, i dati derivati dall’analisi del territorio non sono allarmanti come si immagina. Sicuramente, i problemi esistono, soprattutto in provincia di Napoli e di Caserta, ed è sicuramente necessario individuarli e isolarli, così da intervenire in maniera mirata e con successo».
Ha aperto la giornata, l’intervento di Nicola Vitolo, presidente di A717 “Battipaglia & altro”, incentrato sugli interventi delle attività ministeriale e nazionale che prevedono, ad esempio, la presenza di un unico controllore sul territorio, evitando ripetute verifiche e sopralluoghi (registro unico dei controlli). Oppure, nell’ambito del recupero idrogeologico, i presidenti delle Regioni saranno nominati commissari straordinari, così da velocizzare i processi di recupero e dell’attuazione dei progetti.
Uno dei maggiori interventi, che si è tenuto durante il seminario, è stato quello del Presidente dell’Associazione Articolo 41, Roberto De Luca, il quale ha spiegato in maniera limpida il progetto che si vuol attuare nella Regione Campania, ma soprattutto nella Piana del Sele, cioè dare una nuova visione di sviluppo del settore agroalimentare campano, investendo sul marchio alimentare, sulla creazione di poli scientifici e sulla creazione di un parco a tema. Il responsabile economico del PD di Salerno ha quindi comunicato quali, secondo il suo partito, sono i punti salienti del progetto.
De Luca spiega che «l’agricoltura e l’agroalimentare è il settore che incide maggiormente sul PIL, un settore che a livello nazionale ha superato i 33 miliardi di euro di esportazione e, quindi, è un settore che non si può abbandonare».
Per De Luca l’ agricoltura e l’agroalimentare, può essere un driver importante per tanti altri settori: «Come per esempio il turismo, attuando dei percorsi enogastronomici. L’agricoltura può essere un grande spunto anche per tutelare il dissesto idrogeologico. Fondamentalmente l’agricoltura e l’ agroalimentare, possono essere una grande risorsa economica per questa regione».
Un altro tema che affronta De Luca è quello delle infrastrutture: «Bisogna ampliare e connettere le microreti alle macroreti, bisogna far funzionare l’aeroporto e soprattutto il porto di Salerno. Inoltre, sottolineo che da qualche mese la nostra produzione campana è sotto attacco mediatico, questo perché la grande industria sta cercando di deteritorializzare la piccola industria, stanno cercando di massificare le produzioni. Il territorio campano deve rispondere cercando di valorizzare i marchi territoriali ed investire per la creazione di un marchio di qualità, ma questo può essere effettuato solo attraverso la tracciatura del DNA della coltura».
Infine De Luca conclude che con la creazione di un polo scientifico e di un parco a tema, si può raggiungere una vera a propria “food valley”, in grado di attirare investimenti dall’estero e creare così un circolo virtuoso in termini di sviluppo ed occupazione.
Federica De Santis
Raissa Pergola
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