Il fiume Tusciano a Battipaglia torna nuovamente nero: è caccia ai gestori dei frantoi inquinanti. Lo riporta l’odierna edizione del Mattino. Secondo le prime informazioni, il depuratore non è attrezzato per filtrare i residui della lavorazione delle olive.
Battipaglia, il fiume Tusciano nero: caccia ai gestori dei frantoi inquinanti
Il fiume Tusciano ha nuovamente assunto un colore nero. Negli ultimi giorni, infatti, sono aumentate le segnalazioni di sversamenti nel corso d’acqua che attraversa Battipaglia e sfocia nel mare di fronte alla città, segnalando strani cambiamenti di colore. Si tratta di una situazione già vista in passato, che ha subito portato a incolpare alcuni frantoi della zona, attualmente impegnati nella campagna di raccolta delle olive. Si sospetta che i frantoi stiano effettuando la pulizia delle vasche utilizzate per la lavorazione, scaricando i residui direttamente nel fiume. Questo fenomeno si ripete ogni anno nello stesso periodo.
L’acqua del fiume, di solito al mattino presto, si presenta in tonalità che variano dal marrone scuro al ramato. In ogni caso, è sicuramente diversa da quella che si osserva normalmente. Questo fenomeno persiste fino a metà giornata, quando l’acqua torna gradualmente alla sua naturale trasparenza. Alcuni sostengono di percepire anche un cattivo odore e che l’acqua diventi melmosa, ma è difficile determinare se si tratti di una realtà concreta o di una suggestione. Di certo, le acque scure del Tusciano vengono convogliate nel depuratore di Tavernola, che non è attrezzato per filtrare questo tipo di inquinamento. Alcuni residui rimangono nei filtri, tanto che negli anni passati i tecnici dell’Asis, responsabili dell’impianto di depurazione di Battipaglia, hanno segnalato la presenza di residui della lavorazione delle olive.
Anche quest’anno non ci sono segnali di questo tipo, ma al di là di ogni altra considerazione, le acque inquinate del fiume si riversano nel mare di Battipaglia, già afflitto da gravi problemi di inquinamento. Per dare un’idea della situazione critica, durante quasi tutta la stagione balneare, metà della costa cittadina è risultata non balneabile. In questo caso, non si trattava di residui di olive a causare l’inquinamento, ma gli sversamenti di tali sostanze compromettono sicuramente l’equilibrio di un ecosistema già fragile. Negli anni passati, sono stati effettuati numerosi controlli sul fiume. Le forze di polizia hanno ispezionato canali e ogni possibile punto di sversamento abusivo. Tuttavia, finora non sono riusciti a identificare i responsabili. Anche l’Amministrazione di Cecilia Francese ha collaborato con i comuni limitrofi per cercare una soluzione. Attraverso il patto di fiume, si è cercato di potenziare i controlli lungo l’intero corso del fiume, dalla sorgente fino alla foce. Tuttavia, nemmeno questo è stato sufficiente. Per questo motivo, sono stati attivati servizi di monitoraggio tramite droni, che hanno sorvolato la cosiddetta asta fluviale. Anche in questo caso, i risultati sono stati deludenti. Di conseguenza, i responsabili di questi atti continuano a inquinare l’ambiente senza essere disturbati, anno dopo anno.