BATTIPAGLIA. L’amministrazione Comunale raccogliendo le proteste di tanti cittadini battipagliesi che lamentavano, soprattutto nelle ore serali e notturne, miasmi che creavano disagi in particolare nel quartiere Sant’Anna, si è attivata per individuare la fonte del cattivo odore, per definire i percorsi da attivare ed i soggetti istituzionali da interessare.
Al di la della richiesta di sopralluoghi anche con strumentazione tecnica, il 21 luglio scorso personale dell’Ufficio Ambiente con in testa la responsabile dello stesso: architetto Angela Costantino e uomini della polizia municipale comandati dal tenente colonnello Gerardo Iuliano, hanno effettuato controlli per cercare di individuare la fonte del cattivo odore avvertito dai cittadini. Le operazioni sono state attentamente seguite direttamente dalla Sindaca Cecilia Francese.
Una verifica è stata effettuata all’interno dell’impianto Stir gestito dalla società EcoAmbiente che non ha registrato, però, nessuna anomalia agli impianti di abbattimento degli odori. Diversa la situazione nel vicino impianto di compostaggio di Eboli. Ed infatti, il 22 luglio, il personale della Polizia Locale è tornato in zona alla luce del giorno per acquisire la documentazione fotografica dell’impianto gestito dal Comune di Eboli. Dal materiale raccolto è emerso che le aree di stoccaggio esterne sono prive di sufficienti opere di mitigazione delle emissioni odorigene.
Tutte le informazioni raccolte sono state oggetto di apposito verbale di intervento che ha accompagnato l’informativa predisposta dal Comandante della Polizia Municipale che la Sindaca Francese ha inteso inviare ai carabinieri del NOE e la denuncia inoltrata alla Procura della Repubblica, istituzioni con le quali la Sindaca si era già interfacciata per definire gli atti da mettere in essere. Un lavoro paziente, condotto con meticolosità per chiedere di mettere la parola fine ad un fenomeno che periodicamente si ripropone e che non può essere più tollerato.
«La gestione dei rifiuti è cosa seria e delicata, non può essere oggetto di approssimazione, cosa che la Provincia di Salerno e la Piana del Sele ha già pagato abbondantemente negli anni passati – dice la sindaca Cecilia Francese -. Sarebbe ora che ci fosse una svolta, che partissero i famosi ATO previsti dalla normativa regionale, e rimasti al palo, e che fra i comuni prevalesse la logica della collaborazione e della gestione consortile, piuttosto che la logica dello “studio dei venti”. L’amministrazione è fortemente impegnata su questo terreno di razionalizzazione della gestione del rifiuto, sia per migliorarne la qualità sia per ridurne i costi».