BATTIPAGLIA. La maggior parte degli stabilimenti balneari presenti sulla fascia costiera di Battipaglia presenterebbe degli abusi edilizi. È la conclusione cui è giunto il Comune dopo mesi di verifiche e sopralluoghi. Lo scorso aprile, la triade commissariale aveva avviato una serie di controlli nell’ottica del ripristino della legalità.
A seguito di alcuni incontri con gestori di stabilimenti balneari ed attività ricettive sulla fascia costiera, l’ente aveva scelto la strada della comprensione e dell’indulgenza – almeno parzialmente – spostando gli interventi più massicci al termine della stagione estiva. In pratica, da metà settembre la fascia costiera, almeno nei pensieri degli uffici preposti a tali controlli, dovrebbe essere popolata da ruspe ed operai addetti alle demolizioni. Sostanzialmente importando a Battipaglia l’esempio messo in campo ad Eboli, alla fine degli anni’90, dall’allora sindaco Gerardo Rosania. Il quale riuscì nell’impresa di abbattere centinaia di villini e costruzioni abusive sulla fascia costiera ebolitana.
Secondo indiscrezioni provenienti dal Comune di Battipaglia, giacché di comunicazioni ufficiali in tal senso l’ente non ne ha fornite, la triade commissariale avrebbe espresso l’idea di abbattere la maggior parte delle costruzioni fisse (specialmente in cemento armato) sulla fascia costiera. A tremare sono almeno dieci stabilimenti balneari che, nel corso degli ultimi anni sono riusciti a mettere in campo energie ed investimenti idonei a creare poli di attrazione conosciuti anche al di fuori dei confini provinciali.
Le ordinanze, che dovrebbero diventare esecutive a settembre, prevedono che i gestori degli stabilimenti debbano rimuovere, insieme alle strutture mobili da rimettere in piedi per la prossima stagione estiva, anche i fabbricati in cemento. Questi ultimi, ovviamente, in maniera definitiva. Sulla fascia costiera dovrebbero restare solo le strutture fisse autorizzate (in base alle nuove leggi e non a quelle in vigore quando gli stabilimenti sono stati realizzati) e, in estate, quelle mobili.
C’è anche da considerare l’esistenza di una strada, parallela alla strada provinciale 175 (la litoranea) verso il mare, praticamente cancellata dalle mappe con la realizzazione di molti stabilimenti balneari. Venuti a conoscenza dell’esistenza di tale strada nel corso di incontri con gli uffici tecnici comunali, i membri della commissione straordinaria hanno avviato delle verifiche utili per capire se le procedure che hanno modificato la viabilità costiera siano state del tutto legittime. La triade ha avuto modo di visionare personalmente quello che era il percorso della strada, che oggi parte dalla zona Lago e si interrompe all’altezza del lido Samoa. Tra i gestori di stabilimenti balneari ed attività ricettive sussiste, com’è ampiamente comprensibile, una certa preoccupazione. Sono a rischio anche strutture molto ampie e conosciute.
D’altra parte, la maggior parte delle strutture ricettive sulla litoranea battipagliese è stata realizzata in base a provvedimenti ed autorizzazioni concesse 30 o 40 anni fa, sulla scorta di un piano regolatore comunale datato 1973. Autorizzazioni che chiaramente non sono quelle richieste oggi per aprire uno stabilimento. Lo sa bene la commissione straordinaria, che sta operando nella direzione di un ripristino della legalità anche nella zona marina della città.
Prima degli atti esecutivi di settembre, gli uffici preposti del Comune avranno il tempo di approfondire la documentazione in loro possesso e di compiere, ove necessario, nuovi sopralluoghi.