BATTIPAGLIA. Una lettera aperta per invitare la sindaca di Battipaglia, Cecilia Francese, a rivedere la sua idea sulla delocalizzazione delle Fonderie Pisano. A scriverla è Luigi Vicinanza, sindacalista provinciale della Cisal.
Ecco il testo integrale della missiva.
Lettera
Gentile sindaca Cecilia Francese,
chi le scrive è un umile sindacalista, con l’unica velleità di difendere i diritti dei lavoratori in nome della Cisal. Le mie idee politiche mi portano lontano dalla sua visione amministrativa, ma devo ammettere in questi mesi che Battipaglia è cambiata. Non era facile prendere un Comune sciolto per infiltrazioni camorristiche e farlo tornare alla normalità. Non a caso la risoluzione della vertenza Alba, avvenuta qualche giorno fa, è il chiaro segnale che a Battipaglia qualcosa è davvero cambiato. Non era facile, visto le minacce che ha subito, ma ce la sta facendo.
Ecco perché le chiedo di rivedere la sua idea sulla delocalizzazione delle Fonderie Pisano. Ormai le nuove tecnologie insegnano che il rischio per la salute è minimo se non nullo. Secondo lei un Paese civilizzato con la Germania avrebbe mai permesso una strage di cittadini dando il permesso a fonderie di sorgere a poca distanza dalle città.
Io le chiedo di ascoltare le richieste dei lavoratori, guardare in faccia dei padri di famiglia prima di decidere negativamente sul permesso relativo alla delocalizzazione. Il progetto della fonderia Pisano non devo di certo presentarlo io, visto che è stato sbandierato ovunque in questi mesi. Da neofita della materia posso dire che mi pare valido, ma sicuramente con il suo parere e non il mio.
Per questo le chiedo di avvalersi di un team di consulenti di alto valore: ingegneri, medici e ambientalisti capaci di dare risposte che non debbano essere condizionate da interessi. Credo che il territorio battipagliese possa avere tanti luoghi dove questa fabbrica può sorgere. Lo faccia per la sua città, firmi un accordo dove le nuove assunzioni prevedano una quota di reclutamento di operai residenti a Battipaglia superiore al 20%.
Non le chiedo di avvelenare la sua terra, ma di darle una speranza e di continuare a far vivere la realtà delle Pisano nel Salernitano. Non siamo più nel Medioevo, diciamocelo: le fonderie non inquinano più. Ecco perché, sindaca, io confido nella sua capacità di dialogo. Da donna delle istituzioni non dica no a priori. Dia una chance a questa economia provinciale che con la scomparsa delle Fonderie Pisano rischia di morire.
Saluti,
Luigi Vicinanza.
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