Biomarcatore per diagnosi precoce cancro al polmone, scoperta dell’Unisa.
SALERNO. All’università di Salerno è stato scoperto e brevettato un biomarcatore capace di diagnosticare in maniera precoce il tumore al polmone.
Questo biomarcatore, secondo quanto riporta Il Mattino, consiste in una proteina appartenente al gruppo delle caspasi, presente in quantità cinque volte superiore alla norma nel sangue di pazienti con cancro polmonare. Lo sviluppo successivo prevede la produzione e commercializzazione di un kit diagnostico per l’individuazione del biomarcatore in una fase precoce della malattia.
«Nasce tutto dalla ricerca di base finanziata e sponsorizzata dall’ateneo – spiega la ricercatrice Rosalinda Sorrentino, Ceo di ImmunePharma Srl, lo spin-off universitario che ha brevettato il risultato scientifico – Siamo passati poi all’applicazione su campioni umani e all’elaborazione di un prototipo.
Il modello è in grado di effettuare una diagnosi precoce per il cancro ai polmoni, mettendo in evidenza il biomarcatore. Attraverso questa proteina è possibile evidenziare anche i piccoli noduli non visibili alla diagnosi tradizionale. Perché è importante? Perché spesso i sintomi del cancro sono o non visibili oppure molto simili ad altre patologie a livello respiratorio, per cui molto spesso si confonde».
Obiettivo è fare uno screening di tutti i soggetti a rischio, tra cui forti fumatori e soggetti esposti all’inquinamento ambientale o con patologie croniche come la Bpco, ovvero la BroncoPneumopatia Ostruttiva, al fine di evidenziare nel sangue questa proteina che conta un potere diagnostico superiore al 95per cento. Una volta validato clinicamente e verificato, ottenute le approvazioni dal ministero, il nostro kit è pronto per entrare sul mercato e il cittadino può decidere di sottoporsi al test, dietro consultazione dei medici di base, insiste Rosalinda Sorrentino.
Sono stati almeno 9 i ricercatori coinvolti in questo importante progetto, in particolare giovani ricercatrici, tra cui le dottoresse Terlizzi e Coraluzzo. Il ruolo della ricerca universitaria nella lotta contro il cancro è determinante, primo passo per arrivare a kit diagnostici e programmare terapie e fare medicina di precisione, con terapie personalizzate. «La ricerca è inscindibile dalla didattica per l’università – insiste il direttore Rita Aquino Salute e farmacologia e un kit diagnostico che con pochi soldi e poco tempo permette di verificare su ampia popolazione se c’è il rischio o meno di un cancro».