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Bomba a Battipaglia, parla l’artificiere sul rischio esplosione

Manca ormai poco al disinnesco della bomba ritrovata in località Spineta a Battipaglia. Le operazioni di bonifica rientrano tra quelle che gli addetti ai lavori definiscono «interventi complessi».

Parla l’artificiere sul disinnesco della bomba a Battipaglia

Esistono diverse difficoltà nel trattare una «bomba d’aereo» cui non è possibile togliere né la spoletta, né rimuovere l’ordigno, sia perché la zona del ritrovamento è molto popolata oltre ad essere vicina ad arterie stradali e ferroviarie che mettono in collegamento il Nord con il Mezzogiorno d’Italia. Il residuato bellico che sarà fatto brillare a Battipaglia l’8 settembre ha un peso di 250 libbre, circa 113 chilogrammi. Al suo interno, 31 chili di esplosivo. Solo una volta aperto l’ordigno «vedremo che tipo di esplosivo è, se tritolo o amatolo», spiega il colonnello Giuseppe Schiariti, comandante del 21° Reggimento Genio Guastatori Caserta della Brigata bersaglieri «Garibaldi».

Ai suoi militari, 15 precisamente di cui 8 artificieri, 3 ufficiali per il comando e controllo e 4 addetti alla logistica, il compito di curare la delicata operazione. Una bonifica che sarà preceduta da una «fase preliminare con la realizzazione di una struttura di contenimento degli effetti di una eventuale esplosione accidentale». Difatti, «da lunedì a giovedì, ci saranno degli operatori di macchine stradali che andranno a fare una sorta di barricamento».

I rischi

Il rischio è molto basso. Ma, chiarisce Schiariti, «in ogni intervento di bonifica, un rischio residuo rimane sempre. Però, ci sono una serie di procedure che sono collaudate. I miei uomini hanno fatto tantissima esperienza, sia in territorio nazionale che all’estero, quindi il rischio è davvero ridotto. Siamo abbastanza confidenti nella buona riuscita dell’operazione».

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