SCAFATI. Ora Alfonso Loreto ha paura per il destino dei suoi cari e dei suoi familiari. Ha chiesto ai magistrati di trasferirli in una località segreta, lontano da Scafati.
Secondo il giornale La Città, il pentito, figlio del boss Pasquale e rampollo del clan Loreto-Ridosso, ha espresso, sin da quando si è detto pronto a collaborare con la giustizia, non pochi timori per il futuro dei propri cari. Considerazioni che “Fonzino” aveva esternato attraverso una lettera, scritta il 21 febbraio dello scorso anno in una cella del carcere di Avellino, indirizzata ai Pm dell’Antimafia di Salerno e titolari dell’inchiesta su estorsioni, omicidi e usura nella città dell’Agro, Maurizio Cardea e Giancarlo Russo.
“Vi prego, con il cuore in mano, di garantire la massima tutela ai miei cari: figli, moglie, madre, sorella in primis e anche per gli altri diretti congiunti che, a seguito di questa mia scelta, verranno esposti in grave pericolo. Anche di vita”. Ventotto righe che Loreto jr ha scritto di suo pugno con una normale penna nera, di quelle che si comprano in tutte le cartolerie.
Pensieri ben articolati, nonostante sia il cuore a dettare un sentimento di preoccupazione che il giovane delle palazzine di Mariconda dimostra di non tenere a bada. La sua priorità resta la figlia avuta con la nipote di Roberto Barchiesi, l’ex consigliere comunale indagato nell’inchiesta per appurare presunti rapporti tra politica scafatese e camorra. “Ci tengo a dirvi che la mia primogenita, che ho avuto dal mio primo matrimonio, vive con la madre e, quindi, chiedo a voi, supplicandovi, di esercitare tutto ciò che vi è possibile. Convincete la madre ad allontanarsi dal paese natio, Scafati, per il bene e l’incolumità di nostra figlia”. Paure che, secondo lo stesso collaboratore di giustizia, sarebbero fondate.
Ma quella di raccontare il “sistema Scafati” è stata per Loreto una decisione quasi obbligata. “Loro sono tutto ciò che ho ed è per loro che ho deciso, ho maturato di intraprendere questa scelta, affinché loro potranno vivere un giorno in un clima sereno”.
Il figlio di Pasquale Loreto, dunque, spera che un giorno i figli possano vivere lontano da una città che li conosce solo per gli errori legati al padre. “La mia famiglia è estranea a certe cose. Sono consapevole di non essere nella condizione di poter chiedere la qualcosa e infatti ciò che scrivo non è una richiesta”.
Le volontà di Loreto però, già un anno fa, non furono assecondate dall’ex moglie del pentito, che rifiutò la proposta del rampollo della cosca egemone in città negli ultimi anni a Scafati. “Sono l’ex moglie di Alfonso Loreto: ci tengo a precisare che personalmente non vedo né sento Alfonso da lungo tempo perché da quando, anni fa, ci siamo separati le nostre vite fanno percorsi paralleli”, scrisse in una lettera per prendere le distanze dall’ex marito. “In comune abbiamo mia figlia, che è stata affidata a me e che sto crescendo io con l’aiuto della mia famiglia.
Vi chiedo di dissociare me e mia figlia da quanto sta accadendo. Anche perché di questa sua scelta e del relativo programma di protezione, che abbiamo rifiutato, ne siamo state messe al corrente dalle forze dell’ordine, a fatto compiuto”.