BATTIPAGLIA. Poco più di 15 milioni: tanto vale la Btp Tecno.
Stando a quanto dichiarato dai revisori, il valore della struttura che ospitò l’azienda fallita è di 15 milioni di euro: una cifra ragguardevole, ma lontana dai 60 milioni del buco debitorio.
Difficile che qualcuno, in tempi simili, investa nella struttura, che, tra l’altro, richiede pure dei lavori di manutenzione.
Era il 2010 quando, con il placet del MiSE, Gian Federico Vivado ricevette l’edificio in regalo dalle mani di Alcatel-Lucent: oltre al capannone, all’epoca, furono ceduti pure tutti gli asset al prezzo simbolico di un euro.
Ed ora si cerca di piazzare quel poco che si ha tra le mani. In questi giorni, gli ex dipendenti – che stasera, alle 17:30, si riuniranno al centro sociale per un’assemblea – stanno contattando i vecchi clienti per cercare di piazzare la componentistica. La curatela fallimentare, poi, girerà i soldi ai creditori: dapprima verranno pagati i consulenti, poi lo Stato e dunque i lavoratori e le aziende private.
Oltre al capannone pare che ci sia poco o nulla, ma non è certo: l’elenco dei cespiti, infatti, sarebbe esclusivamente in possesso dello studio Gentile di Caserta, i cui contabili hanno gestito a lungo gli interessi dell’azienda di Vivado. Ad ogni modo, i circa 25 veicoli aziendali – pare che molti fossero tra le mani di persone estranee a Btp – erano stati presi in leasing, e lo stesso vale pure per molti macchinari industriali. In compenso, c’è parecchio manufacturing proveniente dalla Oms Ratto, azienda fallita di Guidonia che pure rientrava nella sfera delle ditte vivadiane, che avrebbe misteriosamente venduto (pare, tra l’altro, a prezzi triplicati rispetto a quelli previsti dal mercato) un bel po’ di merce inutile a Btp Tecno.
Sul fronte salariale, infine, pare che qualcosa si stia muovendo: i consulenti del lavoro dello studio Lupi di Genova, infatti, hanno comunicato che a breve invieranno gli sr41 relativi agli ultimi cinque mesi all’Inps di Battipaglia, sì da garantire l’erogazione della Cigs approvata un mese fa, in tempi record, dal Ministero.
Sulla quaestio è intervenuto il segretario del Pd, Davide Bruno.
«La dignità delle persone – ha dichiarato il dem – viene prima di tutto, ma da 10 mesi i 90 lavoratori non percepiscono un euro, tra contratti di solidarietà erogati parzialmente, mancato pagamento delle giornate lavorative di febbraio e ritardi per l’erogazione dei primi quattro mesi di CIGS: non è accettabile, e dunque, oltre ad interessare i commissari, è al vaglio un tavolo con il prefetto per sbloccare tutto».
E sul futuro «è determinante rifinanziare con i fondi strutturali il decreto sulle aree di crisi per la selezione di programmi di sviluppo industriale, costituiti da progetti di investimento e di ricerca».
(Fonte: Carmine Landi per CronacheSalerno)