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Caccia al cinghiale nel salernitano: la denuncia di Veg in Campania

Si sta tenendo in queste ore, nell’ultima giornata dell’anno in cui è consentita la caccia al cinghiale in provincia di Salerno, quella che gli organizzatori hanno denominato la “battuta del distretto”.

 Caccia al cinghiale nella provincia di Salerno: la denuncia di Veg in Campania

 

Si tratta di un’iniziativa incentrata sull’attività venatoria sin dalle prime ore del mattino, che prevede anche la benedizione dei cacciatori e dei loro cani prima della “braccata”, fino alla conclusione con i saluti di sindaci di alcuni Comuni cilentani, di rappresentanti della Regione Campania, di veterinari e di presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia salernitani.


 

 

 


Colpisce e purtroppo non sorprende che parte attiva di tale manifestazione sia la Chiesa cattolica che invece dovrebbe, attraverso i suoi ministri, professare valori come la cura del Creato, in una giornata che viene definita come quella in cui la caccia diventa “unione e solidarietà”: in nome della beneficenza si assiste ad una pratica sanguinaria ed anacronistica, non rispettosa del diritto alla vita e alla libertà di ogni essere senziente.

Le vittime della caccia

Si calcola che in Italia, annualmente, nel corso della stagione venatoria, vengano abbattuti 150 milioni di animali. Incredibilmente sottostimati sono invece i dati relativi alle persone uccise e ferite dai cacciatori, che fanno di questa attività un gravissimo problema di pubblica sicurezza. Ogni anno l’Associazione Vittime della Caccia monitora il numero di incidenti, sia in ambito venatorio che extravenatorio: solo dal 1 settembre al 30 novembre 2018 il totale delle vittime è stato 47, di cui 13 morti e 34 feriti. Non solo cacciatori tra le vittime, ma anche ciclisti, cercatori di funghi, semplici escursionisti.

Un vero e proprio bollettino di guerra, davanti al quale sono colpevoli tutte le Istituzioni direttamente coinvolte, che nulla fanno per fermare questa strage infinita di uomini ed animali. Nei confronti di quei preti che sull’altare predicano pace e amore verso il prossimo e poi benedicono chi imbraccia il fucile, poi, mai si è alzata una parola di condanna da parte di Papa Bergoglio, il quale, pur avendo assunto il nome di Francesco, evidentemente non sente propri gli obblighi etici verso le altre creature che ispiravano il “poverello di Assisi”.

Infine, chissà se il religioso che provvederà alla “benedizione dei segugi” è a conoscenza del fenomeno dei tanti setter, spinoni e incroci vari che, sin dai primissimi giorni di apertura della stagione venatoria, sono già alla ricerca di nuovi compagni di vita umani perché abbandonati subito per la loro inattitudine alla caccia. Cani che, giunti nei canili nella migliore delle ipotesi, si rivelano poi quasi sempre fobici e particolarmente timorosi dell’uomo.

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