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Camerota, stipendi gonfiati e indennità, la Corte dei Conti chiede 992mila euro

CAMEROTA. Stipendi gonfiati, indennità non dovute e incarichi esterni illegittimi. Sono gravi le accuse che la Corte dei Conti ascrive alla precedente amministrazione comunale del Comune di Camerota, ipotizzando un danno erariale pari a 992.262 euro.

I fatti risalgono all’anno 2003-2004, quando a capo del comune vi erano l’allora sindaco Antonio Troccoli, l’attuale sindaco Antonio Romano (all’epoca dei fatti assessore) e i componenti della giunta: Giuseppina Fiore, Orlando Laino, Mattia Del Duca, Pantaleone Mea e Ciro Coppola. Nel mirino anche l’ex vicesegretario comunale Salvatore Ciociano e l’ex segretario Luigi Cupolo.

L’inchiesta, redatta dalla procura regionale della Corte dei Conti a firma del vice Procuratore Marco Catalano e del Procuratore Michele Oricchio, concerne presunti stipendi gonfiati e indennità non dovute, che avrebbero procurato un danno erariale di quasi un milione di euro, denaro confluito, indebitamente, nelle tasche di alcuni addetti comunali, i quali, in realtà, non hanno colpe reali, se non quella di aver prestato servizi occasionali, sempre su richiesta, peraltro molto ben retribuiti.

Gli inquirenti hanno contestato sia le delibere di giunta degli anni 2003 e 2004, con cui si decise di corrispondere all’ufficio invalidità civile un’indennità (per un totale di 48mila euro), sia le indennità erogate ai dipendenti comunali per il recupero della Tarsu (per un totale di 514mila euro).

In aggiunta, sarebbero stati corrisposti alla società “Sco servizi e consulenze srl323mila euro, tralasciando il fatto che per ricorrere a consulenze esterne è necessario che nella dotazione organica non ci siano personale competente ad affrontare problematiche di particolare complessità e urgenza.

«Sul caso era stata aperta un’inchiesta della Procura di Vallo della Lucania, che ci ha assolto con formula piena in quanto il fatto non sussiste» si difende il sindaco Antonio Romano.

«Andremo a dedurre alla Corte dei Conti, come stabilisce la legge – continua Romano – e, se ci sono delle responsabilità, i colpevoli pagheranno».

«Siamo comunque tranquilli. Come è accaduto altre volte, dimostreremo la nostra estraneità ai fatti» ha concluso Romano.⁠⁠⁠⁠

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