Cronaca Salerno, Salerno

Shoah, niente deportazione per l’ebreo internato a Campagna dopo la lettera di Palatucci: la storia del dottor Enrico Skall

campagna niente deportazione skall lettera palatucci
Il vescovo Palatucci

Niente deportazione per l’ebreo internato a Campagna dopo la lettera del vescovo Palatucci: la storia (nel Giorno della Memoria) del dottor Enrico Skall. Il vescovo, secondo quanto riportato dall’odierna edizione del Mattino, chiese l’intercessione del Papa.

Campagna, niente deportazione per Skall dopo lettera di Palatucci

È il 15 febbraio 1943. Mentre la polizia tedesca deporta 18.000 rom ad Auschwitz-Birkenau, la settimana precedente in Polonia le SS iniziano la distruzione del ghetto di Bialystok, uccidendo mille ebrei e deportandone altrettanti nel campo di sterminio di Treblinka. Il genocidio è in corso, e il 27 gennaio 1945, quando le truppe sovietiche libereranno i sopravvissuti abbattendo i cancelli di Auschwitz, sembra ancora lontano. In quel giorno, il vescovo di Campagna, Giuseppe Maria Palatucci, che guiderà la diocesi dal 1937 al 1961, scrive una lettera a monsignor Filippo Gherardi, sacerdote di Bologna, per chiedere aiuto per il dottor Enrico Skall, «che io conobbi in questo campo di concentramento a Campagna». Palatucci interviene senza avere chiaro quali siano le richieste: «Non so a cosa serva che vi scriva». Tuttavia, Skall ha ricevuto supporto.

La lettera

«Per quanto ho potuto conoscere Skall nei numerosi incontri avuti con lui durante la sua permanenza qui, posso dire che si tratta di un giovane onesto. Ha alcune idee errate riguardo alla religione, poiché non possiede una formazione religiosa, nemmeno riguardo alla sua stessa fede; per questo motivo, l’ho spesso incoraggiato a studiare la religione per trovare un equilibrio e raggiungere la vera felicità. Sono certo che se si impegnasse a comprendere meglio la religione, potrebbe trasformare la sua naturale rettitudine in una sincera bontà cristiana. Pertanto, vi lo raccomando con tutto il cuore».

La lettera è stata rinvenuta tra i 40.000 file resi disponibili online dall’archivio storico della Segreteria di Stato vaticana, su iniziativa di papa Francesco nel giugno 2022, con particolare attenzione al pontificato di Pio XII (serie documentaria “Ebrei”, posizione 138). Tra i documenti si trova anche la richiesta presentata da Enrico Skall al Ministero degli Interni. Si tratta di tre pagine in cui il richiedente, Heinrich Ewald (italianizzato in Enrico), narra la sua vita.

Chi era il dottor Skall

Nato nel 1914 a Vienna, era un cittadino del protettorato Boemo-Moravo (nella Cecoslovacchia occupata dai nazisti), di origine ebraica e celibe. Dopo aver completato gli studi commerciali a Vienna, si è trasferito a Bologna, attratto da un profondo sentimento di simpatia e ammirazione per l’Italia. Si è iscritto alla Facoltà di economia e commercio dell’Università di Bologna, conseguendo la laurea nel 1938, e ha iniziato la sua carriera nel settore commerciale. La sua vita intensa è stata bruscamente interrotta il 19 giugno 1940, quando è stato internato nel campo di concentramento di Campagna.

Rimase lì fino a novembre 1941, quando viene trasferito a Sala Consilina in regime di internamento libero per motivi di salute. Skall aggiunge, in terza persona: «Il lungo periodo di vita anormale e le gravissime disgrazie familiari che si verificarono in quel tempo, come il suicidio del padre e il trasferimento della madre in Polonia, dalla quale non si ebbero più notizie dal aprile 1942, contribuirono a peggiorare il suo stato di salute, causando gravi manifestazioni di nevrastenia e un impressionante deperimento fisico generale».

Richiede di tornare a Bologna, nonostante si trovi in stato di internamento. Il monsignore bolognese Gherardi informa l’arcivescovo di Bologna, il cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca di Corneliano, il quale a sua volta contatta il cardinale Luigi Maglione, segretario di Stato di papa Pio XII. Il 19 aprile 1943, il padre gesuita Pietro Tacchi Venturi rassicura Maglione: la richiesta del dottor Skall è stata accettata: «Me ne ha dato notizia il capo della Polizia, dottor Carmine Senise». A questo proposito, aggiunge che sarebbe un dovere non omettere di suggerire di conferire a quest’uomo straordinario una significativa onorificenza pontificia. Skall riuscì a salvarsi e nel 1945 fu liberato. Nel 2006, il presidente Giorgio Napolitano conferì al vescovo Palatucci la medaglia d’oro al valore civile per aver salvato circa mille ebrei dalla deportazione nei campi di sterminio.

CampagnaGiornata della Memoria