Il boss di Campagna, come emerge anche dalla intercettazioni aveva creato una sorta di banca privata che distribuiva prestiti a tassi usurai.
Riciclaggio ed usura: condannato il boss Marcantuono
Era accusato di riciclaggio, reimpiego di denaro ed usura: condannato a 13 anni il boss di Campagna Liberato Marcantuono alias
“past’ e fasul”.
La sentenza è stata emessa ieri dai giudici del tribunale di Salerno. La corte ha assolto Marcantuono, difeso da Angelo Di Pena e Massimo e Massimo Tricari, dall’accusa di 8 episodi di usura su 10 e dall’accusa di riciclaggio.
Le accuse
Secondo la pubblica accusa, Liberato Marcantuono già vicino ai clan Maiale di Eboli e Serino di Sarno, avrebbe investito in Romania, nell’arco di un decennio, la sonna di due milioni di euro. L’uomo fu arrestato, insieme ad altri
soggetti, nel 2012.
L’indagine sul giro di usura e sul riciclaggio in Romania, invece, parte nel 2010 da una segnalazione delle autorità rumene su flussi di denaro gestiti da alcuni italiani, che in seguito investono in terreni, immobili e società, in particolare nella cittadina di Pitesti. Le autorità rumene segnalano come sospette le attività economiche riconducibili al Marcantuono.
Le intercettazioni
Il boss di Campagna,come emerge anche dalla intercettazioni aveva creato una sorta di banca privata che distribuiva prestiti a tassi usurai con interessi che variavano dal 25 al 45 per cento.
Nel suo ufficio di via Piantito, a Quadrivio di Campagna, erano passati piccoli imprenditori di Campagna, Eboli e Battipaglia. Addirittura
un medico.
Aveva trovato nell’asse Italia – Romania il sistema per riciclare, attraverso prestanomi, i proventi dell’illecita attività usuraia.
USURA: L’ASSE ITALIA – ROMANIA