Più mutui per l’acquisto di case in Campania. La nostra regione ha fatto segnare una crescita di circa 11 punti percentuali, portando l’indicatore al 24% tra il 2014 e il 2015, rispetto alle dinamiche che hanno interessato l’intero Paese.
Il trend positivo continua anche nel 2015: da un campione Abi (composto da 78 banche, l’80% della totalità del mercato del credito italiano) è emerso che tra gennaio ed aprile di quest’anno l’erogazione di nuovi mutui è aumentata del 55,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (2014). Risultano sicuramente in aumento i nuovi mutui, ma va anche tenuto conto di un numero consistente di operazioni di surroga. La quota percentuale di surroghe sul totale di mutui erogati nel 2014 – secondo Mutui On-line – si è attestata al 21,6%. Se, invece, si prendono in considerazione i dati del Gruppo Crif, nel mese di aprile di quest’anno il tasso di incidenza di surroghe e sostituzioni si è fermato al 18% del totale della domanda.
Il quadro positivo acquisisce un ulteriore rafforzamento dai dati della Agenzia delle Entrate riferiti al 2014: dopo il settimo anno consecutivo di calo, le compravendite sono aumentate del 3,6%. Né va considerato come una battuta d’arresto il -3% riferito al 1° trimestre 2015, perché il dato del 1° trimestre 2014 risulta irrobustito dall’entrata in vigore delle agevolazioni fiscali su l’acquisto. Tanto è vero che depurando i numeri dall’effetto di tali agevolazioni, le compravendite dei primi tre mesi del 2015 confermano un saldo positivo (+0,8%).
Altri indicatori delineano uno scenario che sembra destinato – come peraltro risulta dalle previsioni di Nomisma – a consolidarsi nei prossimi mesi ed anni. Per esempio: la quota di mutuo concessa alle famiglie nell’ultimo periodo si attesta al 61% del valore dell’immobile. Nel 2013 i mutui (dati Banca d’Italia) coprivano solo il 55% del valore. In ogni caso, permangono ancora 9 punti percentuali di differenza rispetto al 2011 quando le banche concedevano ancora mutui per oltre il 70% del valore della casa. Va, inoltre, aggiunto che il programma Quantitative Easing della Bce ha compresso i tassi di interesse che risultano estremamente bassi: il livello medio è sotto il 3% e le previsioni non indicano particolari turbolenze al rialzo.
Si sono delineate, quindi, tutte le condizioni per una ripartenza non effimera del mercato immobiliare, anche se proprio in base al tasso di copertura dell’investimento (51%) la platea potenziale di acquirenti si è sensibilmente ridotta.
«E’ evidente – segnalano dal Centro Studi Ance Salerno – che occorre individuare soluzioni in grado di stimolare la smobilizzazione di quote di risparmio, che in maniera consistente risultano stabilizzate a causa della crisi di fiducia (in attenuazione) nelle condizioni economiche generali del Paese. La strada degli incentivi fiscali – sottolinea ancora il Centro Studi Ance Salerno – resta il percorso prioritario ed irrinunciabile per rimettere in moto strutturalmente il mercato della casa, nonostante il costante aumento della pressione fiscale sugli immobili negli ultimi anni».
«I segnali che giungono dall’analisi delle dinamiche relative all’erogazione di mutui alle famiglie per l’acquisto di immobili – ha dichiarato il presidente di Ance Salerno Antonio Lombardi – sono senza dubbio estremamente importanti perché confermano un quadro di iniziale ripartenza dei trend economici relativi al mercato della casa. L’apertura da parte del circuito del credito alle famiglie, però, non coincide – ha continuato Lombardi – con un netto cambio di passo rispetto alla concessione di finanziamenti alle imprese. In questo modo la potenziale vendita di appartamenti alle famiglie consentirà alle aziende semplicemente di ammortizzare quote di debito accumulate durante gli anni della crisi, ma non di mettere in campo nuove iniziative in grado di attivare sviluppo e occupazione».
«Occorre quindi rendere operativo al più presto – ha concluso Lombardi – un piano di investimenti pubblici capace di stimolare anche i capitali privati in un’ottica sinergica, partendo dal presupposto che la stretta creditizia, particolarmente pesante nel segmento delle costruzioni, va allentata cogliendo l’occasione fornita dal programma QE della Banca Centrale Europea».