Enrico Polichetti, l’ex vice sindaco di Cava non va in carcere. Scampato il pericolo per la decisione della Cassazione che ha annullato con rinvio la sentenza del Riesame che ne disponeva l’arresto, ancora al tribunale del Riesame per nuovo esame della richiesta della Procura di Salerno, firmato dal Pm Vincenzo Senatore che ha condotto le indagini.
Polichetti non va in carcere
Il Procuratore generale aveva chiesto la inammissibilità del ricorso presentato dalla difesa, i giudici della Corte di Cassazione lo hanno accolto e come detto rinviato al Riesame per un nuovo pronunciamento. Polichetti, difeso dall’avvocato Marco Salerno, è indagato nella inchiesta che riguarda il clan Zullo. Il Riesame, lo scorso gennaio aveva respinto la richiesta, cambiando opinione ad aprile con un nuovo provvedimento. Il politico cavese è finito sotto inchiesta nell’indagine dell’Antimafia sul gruppo capeggiato da Dante Zullo . In particolare sull’inchiesta parallela al blitz di settembre, sulle entrature di “’O Cavallaro”. L’accusa è scambio elettorale politicomafioso, stralcio all’inchiesta principale, quella di associazione per delinquere finalizzata all’usura, estorsione e spaccio di droga.
Gli inquirenti, però, sostengono che i due filoni sono convergenti. Il nome di Polichetti è stato fatto da un collaboratore di giustizia, Giovanni Sorrentino, secondo il quale il vicesindaco avrebbe incontrato in più occasioni Dante Zullo ed esponenti della sua famiglia, dai quali potrebbe aver ricevuto appoggio alle ultime elezioni amministrative. Resta la vicinanza di Zullo ad ambienti e personaggi della vita politica locale, tanto da spingere gli inquirenti a parlare di «infiltrazioni istituzionali» e di «allarmante vicinanza di componenti del gruppo di Dante Zullo con esponenti di pubblici poteri».