Cronaca Caserta, Salerno

Carinola, tentano di lanciare dei telefoni in carcere: arrestati in flagrante due salernitani 

Immagine di repertorio

Due salernitani, che tentavano di lanciare dei telefoni all’interno del perimetro del Carcere di Carinola, in provincia di Caserta, sono stati arrestati dagli agenti della polizia penitenziaria.

Carinola, tentano di lanciare dei telefoni in carcere: arrestati due salernitani

“In particolare”, spiega Ettore Natale, segretario del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, “venerdì 14, verso le ore 14.00. i colleghi della sala regia insieme all’ispettore di sorveglianza generale hanno notato dalle telecamere di sicurezza un’auto sospetta nella stradina sterrata dietro l’istituto; subito la sorveglianza generale, coadiuvata da altri 2 poliziotti con l’auto di servizio, si sono recati sul posto ed hanno sorpreso in flagranza due persone del Salernitano che stavano cercando di introdurre all’interno dell’istituto, con dei lanci, dei pacchettini ben confezionati che contenevano smartphone.”

“Fermati i due, subito sono scattati i controlli all’interno, nelle vicinanze del campo sportivo, sono stati trovati 4 pacchetti con altrettanti telefoni all’interno, mentre un altro pacchetto è stato ritrovato vicino ai due lanciatori” aggiunge Ettore Natale.

L’esito della perquisizione

Dopo le comunicazioni rito al Pm di turno, prosegue, “i due sono stati portati all’interno del carcere; durante la perquisizione dell’auto è stata ritrovata un’arma impropria e delle targhe di automobili che, ad un controllo successivo, sono risultate denunciate per smarrimento. Il Pm ha poi disposto gli arresti domiciliari per i due salernitani e la perquisizione nelle proprie abitazioni. Con i pochi agenti presenti dalle 8 del mattino il Comandante è riuscito a formare le due squadre per accompagnare i due a Salerno ai domiciliari e ad effettuare le perquisizioni dovute. Le operazioni sono terminate alle 3 di notte”.

Il SAPPE rivolge “un applauso a tutto il personale di polizia penitenziaria di Carinola, al Comandante sempre presente che ha organizzato il tutto ed ai colleghi che hanno lavorato per 20 ore consecutive per far si che l’intera operazione fosse svolta in tutta sicurezza. Quanto accaduto venerdì dovrebbe far capire ai superiori uffici del Provveditorato regionale e del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria che con un numero di personale adeguato si potrebbe contrastare in modo significativo l’ingresso di telefonini e droga all’interno degli istituti penitenziari, sempre se hanno veramente intenzione di contrastare il fenomeno”.

Il commento di Donato Capece

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, tuona: “Bravissimi i colleghi di Carinola ma scoprire che in carcere girano troppi telefoni è come scoprire l’acqua calda: noi come SAPPE lo denunciamo da anni, ma tutti se ne fregano, compreso chi oggi si stupisce in tv. Ancora recentemente, il procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, Nicola Gratteri, è tornato a denunciare, dall’autorevolezza della sua posizione, un aspetto del sistema penitenziario nazionale grave ed oggettivo: l’uso illecito di telefoni cellulari in cella e il sorvolo di droni con materiale vietato e pericoloso. Noi lo denunciamo da anni, sensibilizzando gli uffici competenti chiedendo di schermare le carceri e di dotare tutti i Reparti del Corpo di Polizia Penitenziaria di opportuni sistemi per rendere inattivi i sorvoli sulle strutture. Speriamo sia la volta buona che si faccia qualcosa.”

Per questo, il SAPPE torna a sollecitare un intervento immediato da parte del Provveditorato regionale dell’Amministrazione penitenziaria di Napoli presso i competenti uffici del Ministero della Giustizia affinché vengano adottate misure straordinarie per garantire la sicurezza delle carceri italiane. “Non possiamo più permetterci che episodi di questo tipo diventino la norma. La sicurezza degli operatori, dei detenuti e dell’intera comunità è a rischio”, afferma il sindacalista, che assicura come “il SAPPe continuerà a monitorare la situazione e a denunciare ogni tentativo di compromettere l’integrità e la sicurezza degli istituti penitenziari, rinnovando il proprio impegno nella tutela dei diritti e della sicurezza della Polizia Penitenziaria”.

 

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