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Caso Silba: «i De Falco responsabili della liquidazione»

Comunicato stampa CISL-FP

Purtroppo questa organizzazione sindacale deve prendere atto che i De Falco in maniera arrogante e scellerata stanno buttando via  il bambino con l’acqua sporca. La liquidazione della casa di cura infatti, oltre ad essere un atto irrazionale quanto sciagurato e perverso, mostra tutta la totale indifferenza di questa parte di proprietà verso le sorti di 300 lavoratori e di oltre 500 pazienti di cui la maggior parte è residente nella struttura. Inutili sono stati i tentativi di attivare un confronto che, mettendo al centro il mantenimento dei livelli occupazionali e i bisogni dei pazienti, potesse evitare la liquidazione, ipotizzare una divisione e comunque una sorta di intesa tra i proprietari per evitare la chiusura della struttura che in termini economici e di garanzia dei diritti fondamentali della comunità di riferimento, è una realtà molto importante per il nostro territorio. Purtroppo si deve lamentare che di contro la famiglia De Falco di tutto ciò non se ne frega, poiché le beghe e le questioni familiari hanno preso il sopravvento su ragione e buon senso. Come sindacato dobbiamo prendere atto che se la proprietà non vuole interloquire con il sindacato evitando un serrato confronto, allora come organizzazione dei lavoratori ci vediamo costretti ad attivare ogni azione a tutela degli operatori e dei pazienti,non trascurando l’ipotesi, già al vaglio del nostro staff legale, di costituirci parte civile in un eventuale contenzioso, qualora si dovesse realizzare quanto prospettato ovvero la messa in liquidazione della società. Inoltre dobbiamo stigmatizzare anche il comportamento di quanti, sindaci in testa in qualità di primi rappresentanti del mantenimento del diritto alla salute nei comuni di residenza della struttura, nello specifico Roccapiemonte e Cava dei Tirreni, e direzione dell’ASL. Nonostante vari ed innumerevoli tentativi di poter avviare un confronto a tavoli allargati per definire un percorso praticabile e condiviso, nulla hanno potuto in contrasto con la chiusura di quanti si ostinano a volere la chiusura della storica Casa di Cura che ricordiamo consta di tre diverse allocazioni ,di cui due su Roccapiemonte, Montesano e Villa Silvia e una su Cava dei Tirreni, Villa Alba.. Lo scenario che si prospetta è inquietante, anche in considerazione del buono se non ottimo stato dal punto di vista economico della struttura che in poco più di due anni è rientrata dalla crisi economica che attraversava, grazie e soprattutto allo spirito di abnegazione e appartenenza mostrato da tutti i lavoratori,  e che ora a regime garantisce mensilmente gli stipendi ai lavoratori.

«È assurdo – afferma De Sio Antonio Coordinatore della CISL FP di Salerno per il comparto della Sanità Privata – poiché le ipotesi vagliate per evitare la liquidazione del centro sono state tutte bocciate da una parte della proprietà, la qual cosa sembrerebbe essere irragionevole se e non addirittura volutamente premeditata, atteso che non si sono riscontrate bel sei richieste di incontro».

«Cui prodest – incalza Pietro Antonacchio Segretario Generale della CISL FP – atteso che la scomparsa della società e la messa in liquidazione causerebbe oltre 300 licenziamenti con il coinvolgimento delle loro relative famiglie, la messa in altre strutture di circa 500 pazienti con il coinvolgimento delle loro relative famiglie e la perdita di un centro storico e efficiente insediamento produttivo di assistenza su un territorio , di cui è  certamente è una realtà importante. Abbiamo inoltrato una ulteriore richiesta di incontro, la  settima appunto, per avviare un confronto a tutela dei lavoratori e dei pazienti. Il mancato riscontro mostra chiaramente chi in maniera esclusiva si assumerà la responsabilità della chiusura della SILBA»

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