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Castelnuovo Cilento, disabile picchiata ed umiliata sui social: bulli a recupero

Picchiata sulla testa, derisa e umiliata sui social. Vittima una ragazzina disabile. Scatta il piano di recupero per i bulli della studentessa dell’istituto alberghiero Ancel Keys di Vallo Scalo.

Disabile picchiata ed umiliata: piano di recupero per i bulli

La scena venne ripresa con un cellulare da uno dei bulli, tutti compagni di classe e coetanei di Rebecca (nome di fantasia).

Il video finì su tutti i social. Una ragazza indignata dall’azione dei compagni non esitò a informare i genitori della giovane bullizzata.

La denuncia

La madre della vittima presentò formale denuncia ai carabinieri della compagnia di Vallo della Lucania diretti dal capitano Annarita D’Ambrosio.

La replica dell’avvocato

Ci scrive l’avvocato Carmine Giannattasio, in merito alla notizia che: “In sede giudiziale
è emerso che gli episodi contestati agli indagati ed in particolare all’indagato M.A.F
non risultano affatto integrare atti di “bullismo e/o cyberbullismo” finalizzati a
deridere o umiliare, volontariamente e coscientemente, una loro compagna di classe
disabile ma degli episodi occasionali posti in essere nell’ambito di un contesto di
“gioco” diretto e gestito da altri compagni di classe, non fatti oggetto di indagine
penale, sotto la minaccia di atti ritorsivi nei confronti dello stesso indagato M.A.F..

E’ altresì emerso chiaramente che l’indagato M.A.F. non ha mai avuto nessuna
intenzione di colpire o deridere volontariamente la propria compagna di classe
perché disabile ma che, anzi, dopo l’episodio in contestazione, ha prontamente e
pubblicamente provveduto a chiederle scusa, riprendendo con lei i normali rapporti
fra compagni di classe, anche con l’ausilio e la fattiva collaborazione di alcuni
docenti e della stessa Dirigente dell’Istituto scolastico.
Parimenti, si è acclarato che: ) la ripresa video a mezzo cellulare dell’episodio
in contestazione è stata effettuata ad iniziativa di altro compagno di classe del
M.A.F. 2) il M.A.F. non era affatto a conoscenza che veniva effettuata tale ripresa; 3)
in tale episodio il M.A.F. non ha né umiliato né schiaffeggiato la propria compagna
di classe ma, solo perché a ciò comandato da altri compagni di classe a seguito del
“gioco” che stavano facendo, si è limitato, una sola volta, visto che la prima volta
non l’ha neppure toccata, a sfiorarle i capelli con la mano; 4) il M.A.F. è del tutto
estraneo alla diffusione di tale video mediante whatsapp sul gruppo della classe.
Il M.A.F., avendo comunque preso coscienza che tali gesti e tali comportamenti
non vanno assolutamente posti in essere e/o assecondati, neppure per “gioco” e/o se
imposti da altri, si è dichiarato disponibile, allo stato, all’applicazione dell’istituto
della messa alla prova che, come è notorio, comporta la sospensione del processo con
conseguente estinzione del reato in caso di esito positivo ovvero di prosecuzione del
processo, in caso contrario”

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