Arriva la conferma per la Casa di Comunità e l’Ospedale di Comunità a Cava de’ Tirreni: c’è soddisfazione in città, soprattutto per il primo cittadino che annuncia il risultato positivo. Filomena Avagliano: “La notizia è ufficiale Cava de Tirreni avrà l’Ospedale di Comunità. Un nostro obiettivo politico da sempre finalmente raggiunto. Ci dicevano che era impossibile ma ci abbiamo sempre creduto e lavorato perché questo avvenisse”.
Casa di Comunità e Ospeale di Comunità a Cava de’ Tirreni: la conferma
Arriva l’attesa conferma dal sindaco Vincenzo Servalli: “Finalmente è arrivata la notizia che aspettavamo. Ci è stato confermato che Cava de’ Tirreni, avrà, insieme alla Casa di Comunità, anche l’Ospedale di Comunità. Si delinea, in questo modo, grazie ai fondi del PNRR, una risposta fondamentale alle esigenze di una complessivo riordino e miglioramento della medicina di prossimità, nell’interesse dei cittadini cavesi e dell’intero territorio. Un risultato importante, di cui sono grato al Presidente De Luca ed ai vertici dell’Asl, in particolare al D.G. Gennaro Sosto. Ringrazio l’Assessore al ramo, prof. Armando Lamberti per l’importante lavoro svolto. Andiamo avanti con la serietà e la concretezza di sempre. I facili proclami li lasciamo ad altri.”
Il commento di Filomena Avagliano
A commentare il grande risultato ottenuto è anche la consigliera comunale Filomena Avagliano: “La notizia è ufficiale Cava de Tirreni avrà l’Ospedale di Comunità. Un nostro obiettivo politico da sempre finalmente raggiunto. Ci dicevano che era impossibile ma ci abbiamo sempre creduto e lavorato perché questo avvenisse. Pazzi visionari ci chiamavano così ma la lotta paga sempre. L’Ospedale di Comunità – ha aggiunto – è una struttura sanitaria di ricovero della rete di assistenza territoriale e svolge una funzione intermedia tra il domicilio e il ricovero ospedaliero. Costruzione entro il 2026 tramite soldi del PNRR. Poi il costo di farlo funzionare dovrebbe ricadere sul SSN. Speriamo che non faccia la fine del palazzetto”.
“Questa è una battaglia che viene da molto lontano dai presidi per salvaguardare il nostro nosocomio alle tante assemblee, ed incontri di comitati o riunioni in un piccolo garage dove il Dottore Francesco Musumeci con il collega Maurizio di Domenico e una serie di Cittadini (tra cui Antonio Pisapia) costruivamo l’ipotesi di una sanità aperta al territorio, un’ipotesi che fu anche fatta propria dal dottore Walter Di Munzio e che nel corso degli anni ha vissuto fasi alterne. Dopo il fallimento dell’ipotesi di un’Ospedale specializzato (Siemens), era l’unica possibilità per un protagonismo provinciale di Cava de Tirreni. Quello infatti era il tempo in cui il livello dei nostri servizi sociali era altissimo (a quel tempo non vi era un comune che non utilizzasse i nostri protocolli). C’è stato chi ci ha creduto e chi invece no. Per cui anche io, e credo giustamente, rivendico il punto centrale per il quale siamo scesi in campo, nonostante le perplessità. Ma era giusto farlo ed il risultato ci ha dato ragione. Il covid ha dimostrato nel caos delle vaccinazioni e nell’isolamento dei medici di base l’urgenza di una risposta del territorio sul territorio. Un particolare personale grazie va anche ai nostri amici dell’ASL sempre presenti con un silenzioso lavoro. Un risultato eccezionale che renderà possibile la strutturazione di un polo/cittadella sanitaria, in un’unica area già di proprietà dell’ASL in modo da accorpare tutti i servizi (ricordate? bisognava farlo sulla statale per Nocera). Ma il lavoro non è finito, bisognerà vegliare e stimolare la prossima futura amministrazione perché’ quello spazio si riempia di professionalità e contenuti. Ci vorrà partecipazione dal basso come si richiede per ricevere i fondi del PNRR e l’integrazione socio-sanitaria della nostra sanità. L’obiettivo non è, però, completamente raggiunto – ha concluso – È necessario lavorare per la casa del parto e, a seguire, il completamente della cittadella della sanità. Siamo ancora all’inizio. Non bisogna arrendersi, viva Cava de’ Tirreni”.
